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Spagna e Portogallo del sud in camper

Viaggio in Algarve e Alentejo tra bianchi villaggi, vestigia romane e la splendida costa sud-ovest del Portogallo.

Durata: 20/09/2024 - 06/10/2024 (16 gg.)

Equipaggio: Non specificato

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Pubblicazione: 14/07/2025


Viaggio nel Portogallo centro–meridionale (Alentejo e Algarve) e breve incursione in Spagna (Estremadura)

Considerazioni generali

Meteo
Eccetto i primi 3 giorni passati all’interno con temperature superiori ai 30°, poi, specie sulla costa, le massime non hanno mai superato i 26°. Di notte le temperature calano anche a 13 gradi. Poca pioggia (solo 2 mezze giornate), ma spesso cielo velato o nuvoloso. Una costante, il vento, spesso forte e fresco.

Circolazione
In Francia abbiamo utilizzato quasi esclusivamente autostrade, intervallate da numerosi caselli di pedaggio. Funziona bene il telepass europeo.
Esistono 2 tipi di caselli riservati:
- quelli solo con la bisogna fermarsi per qualche secondo a ridosso della sbarra (se vi fermate prima non si alza)
- quelli con indicato t 30 funzionano come in Italia, anche se un po' meno reattivi, per cui limitate la velocità
Il prezzo del gasolio in Francia  leggermente più basso rispetto all’Italia ma c'è una grande differenza di prezzo in autostrada.
In Spagna, la maggioranza delle autostrade sono gratuite e non abbiamo mai pagato pedaggi. Buona anche la circolazione sulle strade normali e i  prezzi del gasolio sono più bassi, mediamente da 1,4 a 1,55 € al litro, ma si trova anche a meno di 1,3 €/l. Non c’è differenza tra autostrada e fuori
In Portogallo non abbiamo mai preso autostrade. Le strade principali sono in buono stato e il traffico scarso, per cui si viaggia velocemente. Le strade secondarie e locali hanno abbastanza spesso fondi stradali rovinati e sono abbastanza strette, pertanto calcolate tempistiche più lente. Attenzione ai dossi, spesso alti. Gasolio con prezzi tra 1,5 a 1,65 € al litro.

Soste
Generalmente non ci sono problemi e le aree di sosta sono abbondanti in tutti e 3 i Paesi. In Portogallo, sulla costa sud – occidentale, esistono parecchi divieti di sosta notturna è zona tutelata da parco naturale, ma abbondano aree di sosta e campeggi e se ci si sposta un po' si trovano aree gratuite o parcheggi autorizzati per camper. Di giorno nessun problema, i posti vietati sono pochi e generalmente è possibile parcheggiare nelle vicinanze. Fuori stagione abbiamo notato una buona tolleranza, almeno di giorno (di notte non abbiamo mai sostato ove non consentito).

Costo della vita
Sia in Spagna che in Portogallo abbiamo trovato prezzi molto simili a quelli italiani. Inferiori invece i prezzi ai ristoranti dove abbiamo mangiato spendendo tra i 15 e 22 € a testa.

Visite
Generalmente i costi non sono eccessivi, il problema, soprattutto in Portogallo, sono gli orari di visita molto limitati, e spesso con strutture chiuse anche quando sono segnate aperte.

Sicurezza
Non abbiamo mai avuto sensazione di pericolo né durante le soste diurne, né in quelle notturne.
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I GIORNO: Pélissanne
Partenza verso metà pomeriggio da casa, non lontano da Milano. Tra traffico e vento forte (una costante) il viaggio risulta più lento del previsto. Sostiamo per la notte nell’AA gratuita di lissanne (5 Avenue Georges Brassens) nei pressi di Salon de Provence.
L’area è strapiena di camper, in gran parte occupata da residenti, per cui ci fermiamo nel P accanto riservato alle auto. Notte tranquilla, vicino all’uscita autostradale, non abbiamo utilizzato i servizi.

II GIORNO: Collioure
Facciamo sosta poco prima del confine spagnolo a Collioure nel parcheggio gratuito N 42°31'25.9284” E 3°4'19.7616” a circa 1,5 km dal centro. C’è anche una AA a pagamento, per chi intende fermarsi a pernottare. Il parcheggio è piccolo e abbastanza pianeggiante e in bassa stagione si trova posto. In alta stagione risulta difficile parcheggiare visti i pochi P disponibili e senza divieti
Il paese è tra i più affascinanti della costa e merita senz’altro una visita, se possibile.
Luogo di nascita della corrente artistica del Fauvismo, la località è stata meta di artisti attratti dalle bellezze naturali e della località con le sue case colorate, il mare, le barche variopinte e il castello.
Riprendiamo il viaggio e ci fermiamo per la notte vicino a Saragozza.

III GIORNOSanta Maria de Huerta -  Marvao
A Santa Maria de Huerta parcheggiamo alla stazione dove c’è anche un C/S al costo di 3 € da pagare al bar.
La visita della bella abbazia cistercense è libera, previo pagamento del biglietto di entrata. Controllare gli orari sul sito https://monasteriohuerta.org/visita-turistica/
Riprendiamo il viaggio e in serata raggiungiamo il PORTOGALLO (spostare un'ora indietro l’orologio ).
Il fondo stradale peggiora e arriviamo in breve a Marvao dove, all’inizio del villaggio, c’è un P gratuito riservato ai camper con fondo sconnesso e un po' in pendenza, in parte compensabile con i cunei.
E’ possibile scaricare il wc chimico e caricare acqua, ma non scaricare le acque grigie. In compenso il panorama è stupendo.

IV GIORNOMarvao - Castelo do Vide - Elvas
Qualsiasi persona di Marvão vi dirà sicuramente che ci troviamo in un punto cosi alto che possiamo vedere il dorso degli uccelli che volano. 
Da quando venne conquistata dai cristiani, nel 1160, sino alle guerre di riconquista dell’indipendenza fra il Portogallo e la Spagna, nel 1640, venne considerata la piazzaforte “più inespugnabile del regno”.
Posta su uno sperone roccioso Marvao domina la valle. Ancora circondato da mura, il centro è raccolto sotto l’ampio castello e regala pittoreschi scorci tra gli stretti vicoli con le case intonacate da candida calce e porte e finestre incorniciate da lastre di pietra.
Con un biglietto cumulativo di 5 € si possono vedere le principali attrazioni del paese: chiesa, piccolo museo e castello, da cui si ha una magnifica vista.
Mentre stavamo visitando il castello, a poche decine di metri sopra di noi sono volate 3 aquile. Non sarà l’ultima volta che avremo la fortuna di vederle nel nostro viaggio, anche se mai così vicine.

Pochi chilometri e ci spostiamo a Castelo do Vide. Posteggiamo sotto le mura nel parcheggio, non ampissimo e un po' in pendenza, che accoglie anche mezzi abbastanza grandi. Ottimo per visitare il borgo. È particolarmente conosciuto per il suo quartiere ebraico e per il castello dal quale si può godere di un magnifico panorama che spazia tra Spagna e Portogallo. Il paese è piacevole, arroccato su 2 colline.
Da vedere:
  • Il castello: in cima alla collina sulla quale sorge il borgo, troviamo un castello risalente al XIII secolo dal quale si può ammirare un imperdibile panorama su tutta Castelo de Vide e sulle colline circostanti. Entro le mura della fortezza si trova il nucleo più antico del villaggio, con case dipinte a calce e strette stradine ciottolate.
  • Il quartiere ebraico: fondato intorno al XII secolo, la Judaira è un antico quartiere ebraico ed è una delle più importanti testimonianze della presenza degli ebrei in Portogallo. Il fitto dedalo di vicoletti tra le case bianche è un'ottima opportunità per passeggiare alla ricerca di scorci caratteristici.
  • Fonte da Vila: nel cuore centro storico di Castelo de Vide si trova una deliziosa fontana in marmo con annesso lavatoio, chiamata Fonte da Vila, costruita nel XVI secolo, dalla quale sgorga l'ottima acqua minerale per la quale il borgo è molto conosciuto.
  • Piazza Pedro V: ai margini del borgo, troviamo Piazza Pedro V, un ampio spazio dove si affaccia la chiesa di Santa Maria Devesa, iniziata nel 1789 e terminata un secolo dopo.
  • Chiesa di Santa Maria da Devesa di Castelo de Vide: fu iniziata nel 1789 e terminata quasi un secolo dopo. Si tratta di una delle chiese più grandi di tutta questa regione del Portogallo e presenta uno stile prevalentemente barocco e corinzio.
Proseguiamo in direzione Elvas, ma prima di raggiungere Elvas ci fermiamo a visitare uno dei 2 forti che circondano la cittadina:
- Forte di Nostra Signora della Grazia: Lungo la stradina di accesso ci sono 2 parcheggi gratuiti, per i mezzi più grandi meglio fermarsi al primo. Ma – Do 10 – 18, Lu chiuso, ingresso 5 €,
Notevole esempio di architettura militare del XIX secolo. XVIII e considerata da molti storici una delle fortezze bastionate più potenti del mondo.
Questa sopraelevazione è sempre stata piuttosto importante: anche nell'Ottocento. Nel XV secolo, qui si trovava il piccolo eremo di Santa Maria da Graça, la cui riedificazione all'epoca si dovette alla bisnonna di Vasco da Gama; Durante la Guerra di Restaurazione, nel 1658, gli spagnoli costruirono qui una roccaforte per attaccare la città di Elvas.
La costruzione della fortificazione inizierà nel 1763 da Guglielmo, conte di Schaumbourg-Lippe, incaricato dal re D. José di riorganizzare l'esercito portoghese. Per dirigere i lavori fu scelto l'ingegnere Éttiene, che fu presto sostituito dal colonnello Guillaume Louis Antoine de Valleré. I giganteschi lavori termineranno solo nel 1792.
Composto da tre corpi, le opere esterne, il corpo principale e la roccaforte centrale, il Forte da Graça è un esempio di architettura militare Vauban. Il corpo centrale è formato da quattro bastioni con la bella porta principale al centro della cortina sud.
Nel 1856, la guerra prese altre strade e in questo spazio fu creato un centro di correzione e nel 1894 un deposito disciplinare dove furono detenuti diversi prigionieri politici dalla I Repubblica fino al 1974.
Quello che stupisce, oltre alla forma a stella, sono gli spazi interni enormi scavati nei bastioni. Sicuramente da vedere, anche se potrebbero tenerlo meglio. Bella vista dalle mura

Per la notte ci spostiamo all’ingresso della cittadina di Elvas e parcheggiamo sotto il grande acquedotto dove pernottiamo con altri camper e caravan (la polizia è passata senza dire niente).
Il parcheggio è enorme, sostanzialmente pianeggiante e, anche se vicino ad una strada importante, tranquillo di notte. Un po' isolato se soli, comunque comodo anche per la sola visita.

V GIORNO: Elvas - Estremoz - Arraiolos - Evora
Elvas è un’affascinante cittadina del Portogallo orientale, nota per le sue antiche fortificazioni che sono state riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2012.
Le robuste mura di cinta, il fossato e il castello sono la testimonianza di come questa sia sempre stata considerata una strategica città di confine. Elvas, infatti, è stata di grande importanza per l’indipendenza del Portogallo soprattutto nei conflitti contro la Spagna durante il XVII secolo. La città, inoltre, è stata a lungo la base del generale Wellington durante le Guerre Napoleoniche.
Attenzione agli orari di aperture delle chiese, noi abbiamo trovato aperte solo la Cattedrale e la vicina Igreja das Dominicas, le altre erano comunque chiuse.
Cosa vedere:
  •  Amoreira Aqueduct. Insieme alle mura è sicuramente il monumento simbolo della cittàNel 1500 la città di Elvas ha affrontato un grave problema di approvvigionamento idrico, così si decise di incanalare l’acqua da Amoreira con un acquedotto. L’Acquedotto Amoreira è stato costruito dall’architetto Francisco de Arruda, lo stesso autore che ha realizzato la Torre de Belém a Lisbona. L’acquedotto, lungo circa 7 km, vanta 843 archi e accede alla città da occidente per portare l’acqua anche alla fontana di Largo da Misericórdia. I lavori sono iniziati nel 1529 ma per terminarlo sono stati necessari quasi 100 anni dato che il progetto è terminato nel 1622.
  • Mura: la cinta muraria che circonda la città risale a tre diversi periodi: una prima parte della cinta è stata eretta nell’VIII secolo, una seconda parte è stata realizzata tra il X e l’XI secolo, mentre un ultimo tratto è stato costruito nel XVII secolo. Quest’ultima è la parte più consistente di cinta muraria che si può ammirare oggi ed è stata costruita dal padre gesuita Cosmander. Nel XVII secolo, infatti, re Giovanni IV inviò il padre Cosmander che era un olandese esperto in architettura militare a realizzare un sistema di bastioni a difesa di questa città di confine. Tutt’oggi le mura di Elvas del XVII secolo sono un magnifico esempio di fortificazione giunto sino a noi in buone condizioni. -
  •  Torre Fernandina: la torre è stata costruita attorno al XIV secolo, ma già a partire dal XV secolo aveva perso il suo ruolo difensivo ed era stata convertita in prigione
  • Praca do Republica: è la piazza principale con l'Ufficio de Turismo dove reperire la cartina e avere informazioni sulle aperture
  • Igreja de Nossa Senhora de Assuncao (Cattedrale): 10:00–12:00 e 14:00–17:00, sabato chiuso, ingresso gratuito. La Chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione o antica cattedrale di Elvas è stata la cattedrale cittadina fino al 1882, quando Elvas ha smesso di essere sede episcopale. La chiesa attuale è stata costruita nel XVI secolo al posto di un precedente edificio religioso in stile gotico. Tra il XVII e il XVIII secolo il complesso ha subito importanti lavori di ristrutturazione. All’interno è possibile ammirare bellissimi azulejos del XVII e XVIII secolo e un sontuoso organo del XVIII secolo. La cappella maggiore è stata costruita nel 1734 da José Francisco Abreu in marmi policromi in stile barocco e presenta dipinti dall’artista Lorenzo Gramiccia.
  • Igreja das Domínicas: Dalle 10:00 alle 18:00  ingresso gratuito. La chiesa, del sec. XVI, in pianta ottagonale, presenta ricca decorazione in pannelli di azulejo e ‘talha dourada’, legno intagliato e ricoperto di una patina d’oro, del sec. XVII. Se da fuori non invita ad entrare, l’interno è uno dei più belli visti in Portogallo. Salite sul campanile da cui si ha una bella vista sulla città.
  • Largo de Santa Clara: è una pittoresca piazza cittadina caratterizzata dalla presenza di tipiche case nobiliari con grate di ferro. La Piazza si trova proprio di fronte alla Chiesa di Nostra Signora della Consolazione e al centro ospita la gogna “pelourinho”. Questa gogna è una speciale colonna risalente al XVI secolo dove si trovano  quattro bracci di ferro con teste di drago che servivano per appendere i delinquenti arrestati.
  •  Igreja Nossa Senhora Da Consolação: la Chiesa di Nostra Signora della Consolazione dall’esterno sembra semplice e sobria, ma una volta entrati è possibile ammirare gli interni sontuosamente arredati. Un tempo la chiesa era parte di un complesso più grande che comprendeva anche un convento di domenicani che, però, è andato distrutto. Entrando nell’edificio, infatti, è possibile notare colonne in marmo dipinte, diverse cappelle con decorazioni in oro e alcuni azulejos risalenti al XVII secolo.
  • Castello: il nucleo originario risale al Settecento quando i Mori costruirono qui una fortezza sui resti di una precedente struttura difensiva di origini romane. Tra il XII e il XIII secolo il Castello è stato ristrutturato prima da Dionigi del Portogallo (noto come Dom Dinis) e poi da Giovanni del Portogallo II (noto come Dom João) verso la fine del XV secolo
  •  Igreja da Ordem Terceira de São Francisco (10 -18 Do chiuso): notevoli sia il rivestimento di pannelli di azulejo che rappresentano episodi della vita di San Francesco sia  il rivestimento in legno intagliato, del Seicento, nell’altare e nelle cappelle laterali, opera di un artista locale.
  • Cimitero degli Inglesi: più che un cimitero è un giardino con lapidi alla memoria degli inglesi che combatterono a fianco dei portoghesi contro gli spagnoli.
La città offre anche molti scorci interessanti da scoprire girovagando per i suoi vicoli.
Estremoz parcheggiamo nell’ampio e comodo parcheggio gratuito in pieno centro (Rossio Marquês de Pombal). Per arrivarci dovete passare sotto ad una porta che immette nel centro storico, la strada si restringe, ma non abbiate timore perché si riallarga poco dopo e non ci sono ostacoli. Il parcheggio può essere una buona soluzione anche per la notte.
Estremoz è uno dei più noti centri di lavorazione del marmo della regione e merita sicuramente di essere visitato. Il marmo della regione - tanto pregiato da fare la concorrenza al marmo di Carrara - qui viene impiegato praticamente ovunque: persino per realizzare l’acciottolato delle strade.
Da vedere:
  • Igreja de São Francisco: aperta tutti i giorni 14:00 – 19:00, ingresso gratuito
  • Lago do Gadanha: grande fontana all’ingresso del centro storico
  • Largo Dom Dinis: centro monumentale della città. Nella piazza da vedere il piccolo Museu Municipal Professor Joaquim Vermelho (1,5 €, chiuso lunedì), e soprattutto
  • Capela da Rainha Santa Isabel: bella cappella dedicata alla regina Santa Isabella, poi proclamata Santa. La cappella presenta bellissime piastrelle e dipinti che descrivono la vita della regina e i miracoli attribuitile durante la sua vita. Ingresso gratuito, chiedere le chiavi al museo, assolutamente da non mancare.
La tappa successiva è Arraiolos, dove parcheggiamo lungo la strada, subito sotto il castello, appena prima di entrare in paese. Arraiolos è famoso in tutto il mondo per i suoi tappeti, considerati patrimonio culturale e unici al mondo. Il tappeto tradizionale del Portogallo, l'Arraiolos Rug, che assomiglia più a un arazzo, esiste fin dal Medioevo. Sono fatti a mano, senza telaio. Per molto tempo si è creduto che fossero stati gli arabi a portare qui questi tappeti esotici, ma in realtà i tappeti di Arraiolos erano influenzati dai tappeti persiani e turchi ed erano particolarmente apprezzati già nel XV secolo.
La storia di Arraiolos è ricca e risale al periodo dei Mori, che hanno dominato la cultura di questa zona per centinaia di anni, fino all'espulsione dalla Spagna da parte della regina Isabella nel 1492. Alcuni di loro sono fuggiti verso ovest, in Portogallo, e si sono stabiliti nella città di Arraiolos.
Nel 1511, anche il Portogallo espulse i mori, ma gli abitanti del luogo avevano già assorbito la conoscenza del ricamo e della produzione di tappeti.
La cultura del Medio Oriente, comprese le tecniche tessili persiane, viaggiò facilmente in Iberia ed è probabile che i nobili moreschi abbiano portato con sé i loro abili fabbricanti di tappeti.
Gli artigiani locali continuarono a produrre questi magnifici disegni; molti laboratori avevano sede nei conventi, dove cominciarono a comparire schemi di colori portoghesi e motivi popolari.
Iniziò così il ricamo di Arraiolos su larga scala. Donne e bambini ricamavano i disegni, che cambiarono enormemente nel corso del tempo, ma ancora oggi i tappeti di Arraiolos hanno mantenuto la struttura iniziale dei persiani: grandi motivi centrali che simboleggiano i vivi, quattro angoli che rappresentano i quattro elementi e vari riferimenti teologici, ma nel corso del tempo, motivi più occidentali e tipicamente portoghesi hanno iniziato a dominare i pezzi di tappeto di Arraiolos.
Nella seconda parte del XIX secolo, la produzione di tappeti di Arraiolos non esisteva praticamente più, essendo ridotta a ricamatrici che realizzavano tappeti su ordinazione o per le proprie famiglie.
Un laboratorio fondato nel 1916 a Évora ha contribuito a rilanciare l'industria in crisi, oggi regolamentata da un'organizzazione professionale.
Molto richiesti dall'aristocrazia nel XVIII secolo, servivano non solo a proteggere e decorare i pavimenti ma anche a mostrarne la ricchezza
Questi bellissimi tappeti non costano poco perché sono realizzati a mano: i disegni vengono ricamati un punto alla volta sulla tela o sul lino, in genere utilizzando un filo di lana.
La tecnica è una forma di punto croce che ricopre completamente la base della tela. Il punto usato per i tappeti è comunemente chiamato "punto Arraiolos" - un mezzo punto croce obliquo, che si dice sia di origine slava e che sarebbe stato popolare presso gli arabi che occupavano la Spagna e il Portogallo.
L'esecuzione inizia molto prima del ricamo: trovare l'immagine giusta, i colori giusti, definire le dimensioni e ingrandire il disegno in modo che tutto sia proporzionato - tutto ciò richiede ore e ore, poiché l'arazzo è un'attività manuale, realizzata punto per punto.
Il ritmo dipende dalle mani che lo creano, si dice che non si possa affrettare, come il vino buono!
La domanda è stata intensa fino alla metà del XX secolo, ma negli anni '80 è iniziata la produzione di tappeti altrove, ma non sono tappeti Arraiolos - solo tappeti fatti alla maniera di Arraiolos!
Nel centro ci sono alcuni negozi che fabbricano ( abbiamo visto le signore cucire all’interno dei negozi) e vendono sia tappeti ( dai prezzi proibitivi), sia quadretti e presine con lo stesso metodo e con costi accessibili per portarsi a casa un pezzo unico
Peccato che al nostro arrivo il Centro Interpretativo do Tapete de Arraiolos fosse chiuso.
Facciamo un rapido giro per il paese con piccola zona pedonale, molto piacevole (da notare al centro della Piazza del Municipio un mosaico che imita un tappeto) e salita al castello di cui rimane intatta la cerchia difensiva con la singolarità di un campanile che emerge dalle mura (caso non isolato) e con una chiesa (chiusa) al suo interno da cui godiamo un bel tramonto.
Lungo la strada fermatevi a vedere l’imponente Fontana de Pedra (non potete non notarla).
Per la notte ci trasferiamo all’AA gratuita di Èvora in Avenida Sanchez de Miranda. A poco più di un 1 km dal centro, l'area è perlopiù un parcheggio misto con una parte dedicata ai camper e con comoda doppia area di scarico.

VI GIORNO: Èvora
Giornata dedicata interamente alla visita di Èvora, una pittoresca cittadina sede di una delle più importanti Università portoghesi e ricca di monumenti che le hanno valso il riconoscimento dell’UNESCO.
  • Palazzo Reale e l’adiacente giardino pubblico, dove si aggirano tranquille famiglie di pavoni. Nella vicina piazza 1 Maggio troviamo una delle maggiori attrazioni
  •  Igreja de Sao Francesco e Capela delle Ossa: la chiesa è a ingresso libero, mentre la Cappella ha un costo di 6 €. È una piccola cappella i cui muri sono rivestiti con le ossa di circa cinquemila persone. Questa antica installazione è un luogo un po’ macabro ma merita una visita sia per la sua particolarità architettonica sia per il suo forte significato: ha infatti lo scopo di ricordare la caducità della vita e la certezza della morte. Le ossa e i teschi sono disposti secondo uno schema intricato, completato da scheletri con abiti di monaci appesi alle pareti. Sopra l'ingresso della cappella c'è l'iscrizione: "Nos ossos que aqui estamos pelos vossos esperamos", che significa "Le nostre ossa attendono le vostre". Al primo piano c’è un piccolo museo di arte sacra e una interessante ed originale collezione di presepi provenienti da tutto il mondo.
  • Mercado Municipal a poca distanza, può essere un buon posto dove fermarsi a mangiare, peccato che la maggior parte dei negozi sia chiusa.
In seguito ci addentriamo nel piacevole centro storico, da non perdere:
  • Cattedrale di Evora: aperta tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00, €5 la visita della chiesa con salita al tetto, chiostro e museo arte sacra (evitabile, risparmi 1 €)
  • Tempio Romano
  • Rua do Cano: la particolarità sta nella costruzione di abitazioni all’interno degli archi dell’acquedotto in fondo alla via
  • Acquedotto
  • Mura
Pernottamento sempre nell’AA di Èvora.

VII GIORNO: Barrada - Monsaraz - Mourao - Praia Fluvial​ - Aldeia da Luz
Riprendiamo il nostro viaggio in direzione Monsaraz, ma poco prima deviamo per il piccolo villaggio di Barrada dove si trova il menhir più grande della zona, il Menhir do Outeiro.
Alla chiesetta del villaggio prendere la strada sterrata sulla sinistra e percorrerla per circa 700 m e si arriva a questo grande Menhir infilato nel terreno.
Noi abbiamo parcheggiato di fronte alla chiesa (pochi posti, max 6,5 m), ma si può percorrere il tragitto anche in camper.
Poco prima di Monsaraz si passa davanti ad una bella fontana monumentale recentemente restaurata. A 100 metri in direzione opposta c’è un funzionale C/S gratuito.
Ancora un breve deviazione per vedere il circolo megalitico di Cromeleque do Xeres (anch’esso gratuito e sempre visitabile) e giungiamo a Monsaraz.
Appena prima di entrare nel paese di Monsaraz è segnalato un P camper sulla destra, gratuito. Il fondo è un pò irregolare e non proprio pianeggiante, in compenso la vista è ampia sulla vallata e sul grande bacino creato dalla diga Algueva, il più grande del Portogallo. Questo è l’unico P per v.r., gli altri sotto le mura sono riservati alle auto.
Saliamo velocemente al ben tenuto borgo murato con le sue case candide e con il castello che viene utilizzato anche come plaza de toros. Il luogo è molto turistico, ma ha conservato la sua tipicità ed è una tappa imperdibile (i prezzi nei negozietti di artigianato ci sono sembrati più alti rispetto ad altri luoghi. Attenzione, nel borgo non ci sono negozi di alimentari).
Attraversiamo il bacino artificiale su un lungo ponte e arriviamo in vista del borgo di Mourao appare più pittoresco di quello che è in realtà, per merito della cinta muraria intatta dominante dalla collina sul paese sottostante con le tipiche case intonacate.
Parcheggiamo lungo una strada nel centro e saliamo rapidamente al castello. L’unica cosa degna di nota è la cinta muraria. Bello il paesaggio dalle mura, ma non come a Monsaraz, tuto sommato una visita evitabile.
Ci spostiamo sul lago per godere un po' di riposo sulle sue rive e rinfrescarci. 
Raggiungiamo in seguito la vicina e segnalata Praia Fluvial (su Maps indicata Caravan Park Praia Fluvial Mourão) imboccando una strada sterrata e fermandoci subito in un grande sterrato che funge da P per camper (segnale di divieto d’accesso per RV sulla strada). Il luogo è piacevole con una bella area picnic ombreggiata, un bar e una bella spiaggia, attrezzata e libera, dove bagnarsi. Il tempo nuvoloso e, soprattutto il vento freddo, non ci invitano molto a restare e dopo un veloce bagno riprendiamo la strada verso Aldeia de la Luz.
Ad Aldeia da Luz sostiamo nel parcheggio del cimitero da cui si gode di una bella vista. Si può anche sostare in un P sterrato sul lago o in una nuova AA a pagamento circa 5 €.
Si tratta del villaggio più nuovo del Portogallo.
La creazione della diga di Alqueva, il più grande bacino artificiale dell'Europa occidentale con 250 chilometri quadrati di acqua, ha provocato la sommersione volontaria dell'originale villaggio di Aldeia da Luz, di un maniero antico e di altre vestigia storiche. Il nuovo villaggio di Aldeia de la Luz è stato riallocato mantenendo la struttura funzionale dell'originale, in una logica di sostituzione di "casa per casa, terreno per terreno', mantenendo le relazioni di quartiere e la configurazione urbana generale ma adottando un'architettura che purifica le linee tradizionali e si presuppone contemporanea.
Costruito nel 2002 in una località molto vicina alla vecchia Luz, il piccolo villaggio è costituito da 212 case, strade, piazze e strade, esercizi commerciali e strutture collettive (scuole, centro sanitario, attrezzature sportive, piazza dei tori, lavatoio, giardino pubblico e cimitero). Il santuario di Nª Srª da Luz è stato rifatto, a immagine dell'originale, fondato nel XIV secolo, e il cimitero è stato spostato. Il museo è stato costruito come luogo di memoria e creazione.
Furono distribuiti anche i terreni coltivati, irrigati dalla diga, tra la popolazione, imponendo oggi vigneti e uliveti sul nuovo paesaggio.
Facciamo un veloce giro nel paese che mantiene le caratteristiche dei villaggi portoghesi della zona e, lungo una passerella sul lago ci fermiamo ad osservare il tramonto rimandando alla mattina successiva la visita dell'interessante Museo, seppur piccolo, sulla costruzione della diga, ma soprattutto sul dramma dello sfollamento delle popolazioni. 
Il costo di accesso al museo è di soli 2 € e vale davvero la pena di visitarlo. Pernottamento tranquillo.

VIII GIORNO: Mertola - Castro Marim
Dopo aver visitato il Museo di Aldeia de la Luz ci dirigiamo a sud, lungo una strada dal fondo abbastanza sconnesso, attraverso colline punteggiate da vigneti, uliveti e alberi da frutto (come in tutto il resto dell’Alentejo) e raggiungiamo Mertola, un paese pittorescamente arroccato sopra il fiume Guadiana ed ex porto romano.
Ci fermiamo per il pranzo nel piccolo P appena prima del ponte con bella vista sul centro storico e sul fiume. Da qui si può raggiungere un suggestivo punto panoramico a circa 800 m di distanza, percorribili solo a piedi (non ci sono spazi per parcheggiare).
Per la visita spostiamo il mezzo nel P subito dopo il ponte e la successiva rotonda (P ampio, gratuito e facilmente accessibile, in pendenza). 
Lungo la N 122, subito sotto il castello c’è un altro ampio P buono per pernottare.
Il centro è piacevole, caratterizzato da ripide stradine a strapiombo sul fiume e l’immancabile castello in cima, una visita piacevole da non mancare.

Lasciamo l’Alentejo ed entriamo in Algarve.
Appena prima di raggiungere Castro Marim, essendo quasi il tramonto, ne approfittiamo per fare un giro nella Riserva naturale Sapal de Castro Marim e Vila Real de Santo António.
Si tratta di una importante riserva naturale umida e utilizzata come salina, in cui è possibile ammirare numerosi uccelli acquatici e camaleonti (almeno così è segnalato dai cartelli, ma non ne abbiamo visti).
C’è un centro visitatori aperto da Lun a Ven dalle 9:00 – 13:00 e 14:00 – 18:00, chiuso al nostro arrivo. Ne approfittiamo per fare un giro lungo i canali e le saline intravvedendo in lontananza molti uccelli marini, con bella vista sulla Spagna oltre il solito fiume Guadiana. Come vedremo domani dal Castello di Castro Marim, tutta la zona è paludosa e ricca di saline. Da vedere al tramonto con il sole che si riflette nella palude (purtroppo per noi era nuvoloso e non siamo riusciti ad apprezzarlo appieno).
Per la notte ci spostiamo nel centro di Castro Marim in un P condiviso con auto (113 Rua 25 Abril), gratuito, tranquillo di notte, rumoroso al mattino. C’è anche un C/S al momento chiuso per manutenzione e con indicato le più vicine aree di sosta attive.

IX GIORNO: Castro Marim - Cacela A Velha - Tavira - Praia do Barril - Santa Luzia
Castro Marim è un paese di frontiera dalla lunga storia come testimoniato dalle sue fortezze. Il centro storico è piacevole con case colorate o piastrellate, un castello (2 € l’ingresso) dove vengono organizzati vari eventi e dal quale si ha una bella vista sul paese, le paludi/saline e la Spagna, un’altra fortezza sulla collina di fronte ed un mulino a vento. Purtroppo un acquazzone ci ha fatto sospendere la visita.
Raggiungiamo finalmente la costa meridionale del Portogallo, sicuramente una delle più belle che abbiamo visto.
Nel pittoresco e microscopico borgo di Cacela a Velha parcheggiamo il veicolo in un piccolo P sulla destra, a circa 600 m dall’abitato. Gli altri parcheggi all'ingresso del paese sono vietati ai camper, nonostante questo però alcuni RV sostavano tranquillamente (probabilmente in bassa stagione sono più tolleranti).
Il piccolo borgo ha mantenuto l’aspetto e il fascino del suo passato e offre begli scorci e si affaccia su un bel tratto di costa sabbiosa.
Nel borgo turistico di Tavira parcheggiamo in Rua Joao Vaz Corte Real, comodo per il centro e, probabilmente, tollerato per la notte.
La cittadina si presenta vivace e piacevole, purtroppo troviamo tutto chiuso, sia le chiese che la Camera Oscura (5 €, da lunedì a venerdì dalle 11:00 alle 15:00).
Nella vecchia torre dell’acqua è stato allestito un sistema di specchi che permette una visione a 360 gradi della città.
Complice anche l’allestimento di un palco nella piazza centrale, la città non ci ha entusiasmato.
Ci spostiamo quindi nella vicina Praia do Barril, dove il parcheggio a pagamento è vietato ai camper, ma troviamo spazio sul lungomare (P gratuiti e senza divieti).
Percorriamo il ponte pedonale che collega la costa con l’Ihla de Tavira. Subito dopo il ponte è possibile salire sul trenino a scartamento ridotto che percorre il km e mezzo circa che porta alla spiaggia oppure farsela a piedi.
Accanto alla vecchia industria di lavorazione e confezionamento del tonno, ora trasformata in struttura turistica e piccolo museo chiuso) si trova il cimitero delle ancore. Inserito nella spiaggia (Praia do Barrel) il cimitero è costituito da più di duecento ancore arrugginite appartenenti alle barche per la pesca del tonno, ormai inutilizzate per mancanza di fondi.
Con la luce del tramonto il luogo assume un fascino particolare.
Per la notte ci spostiamo nella vicina Santa Luzia dove sostiamo nel P sterrato all’ingresso del villaggio. Ceniamo al ristorante A Casa, sul lungomare, facilmente riconoscibile dal grande polipo sulla facciata. Mangiamo bene con un buon rapporto prezzo /qualità.

X GIORNO: Olhao - Ihla de Culatra
Parcheggiamo alla periferia della cittadina di Olhao, nel P della Lidl ( N 37°1’47.3304” W 7°51’13.1868 ), con posti riservati ai camper. 
Giunti al porto prendiamo il traghetto per Ihla de Culatra. Sull’isola ci sono 2 moli per cui è possibile acquistare 2 biglietti diversi per fare il giro dell’isola. Abitata da una piccola comunità di pescatori con case colorate, offre una lunga spiaggia sabbiosa dove rilassarsi. In estate è sicuramente presa d’assalto dai turisti, ma fuori stagione è tranquilla. 
Anche la cittadina di Ohlao merita una visita.
Gli edifici di Olhão, gli danno il soprannome di “cubista”. Immerse in vicoli stretti, le case bianche, risalenti al XVIII secolo, mostrano piattaforme e porte colorate, camini dell'Algarve e terrazze di ispirazione araba
All’inizio del XIX secolo Olhão era sotto il dominio francese e la Corte reale era “fuggita” in Brasile. Gli abitanti di Olhão, scontenti soprattutto delle regole della pesca, prepararono un'imboscata al ponte di Quelfes, dando origine al movimento che avrebbe espulso le truppe francesi. Ciò avvenne nel 1808, quando la sovranità fu restaurata il 16 giugno, diventando Vila da Restauração, in settembre, per decreto del Principe Reggente.
Il Caminho das Lendas è un percorso pedonale che attraversa la zona storica di Olhão, collegando cinque piazze dove si trovano statue o installazioni artistiche – e tutte sono legate a leggende locali.
A fianco del P della Lidl, c/o un autolavaggio, è possibile effettuare carico acqua e scarico acque grigie e nere al prezzo di 4 €, ma decidiamo di non dormire lì essendo a lato di una strada trafficata. Quindi, per la notte ci spostiamo nell’area camper di Estoi (N 37°5’36.5892” W 7°53’46.9284”).
In realtà è un parcheggio sterrato e col fondo irregolare vicino al cimitero. E’ condiviso con le auto e non abbiamo visto il camper service (non avendone bisogno non lo abbiamo neanche cercato più di tanto).

XI GIORNO: Estoi - Almacil - Alte
Estoi sono da vedere le Rovine romane di Mireu (Mar – Dom 10:00 - 13:00 § 14:00 -18:00, lunedì chiuso, tariffa 2 €), si tratta delle rovine di una villa romana in discreto stato di conservazione.
Nella vicina Almacil invece l’interesse principale è la Igreja de Sao Lourenco (10:00 -13:00 § 15:00 - 17:00, domenica e lunedì chiuso), interamente rivestita all’interno di azulejos e finiture dorate, rendendola una delle principali attrazioni. L’ingresso prevede un biglietto d’ingresso di 2 € ed è vietato fare fotografie.
Ci spostiamo in collina ad Alte dove parcheggiamo a fianco al cimitero, con vista panoramica, anche se esposto al vento.
Un breve sentiero in discesa porta ad una piccola cascata con una pozza dove, quando c’è acqua, è possibile bagnarsi. Al nostro passaggio era tutto asciutto, ma il posto non vale la discesa e la successiva risalita.
Il piccolo e piacevole paese riserva 2 piccole sorprese:
una bandiera portoghese gigante disegnata sul fianco della montagna
una zona fluviale con panchine, ristoranti e zona balneare.
Passiamo una notte tranquilla.

XII GIORNO: Praia do Arribes - Porches
Andiamo alla scoperta della bellissima costa sud del Portogallo, da scoprire a piedi lungo i sentieri che costeggiano le frastagliate scogliere, nelle quali si aprono pittoresche baie sabbiose. Iniziamo portandoci alla Praia do Arribes.
La strada d’accesso e relativo P sono vietati ai camper, anche se, almeno in bassa stagione, questo divieto viene abbastanza ignorato. Noi comunque, per evitare problemi, parcheggiamo all’inizio della salita che porta verso la spiaggia, in un ampio P a circa 1 km.
La spiaggia, servita da un bar ristorante e la relativa costa è molto scenografica. Proseguiamo fino alla Praia do Castelo facendo tappa in alcune calette per un bagno ristoratore. Circa 7 km a/r
Per la notte ci spostiamo a Porches, punto di partenza per il giorno successivo, in un parcheggio appena prima del centro, in leggera pendenza.


XIII GIORNO
Riprendiamo l’esplorazione della costa partendo a piedi dalla Chapel Nossa Senhora da Rocha, piccola cappella bianca scenograficamente costruita su una scogliera a picco sul mare..
Il percorso fino alla Praia de Benagil (11 km a/r), riserva notevoli scorci panoramici e possibilità di bagno.
Il Parking Carsicas ci accoglie per la notte. Vicino al mare e ai sentieri è tranquillo.

XIV GIORNO: Alferce
Partiamo direttamente dal P, prima a sinistra verso la Praia dos tres castelos, e poi verso Ferragudo fino alla Praia dos Caneiros. Circa 10 km a/r in tutto.
Per la notte ci spostiamo all’interno, nel piccolo villaggio di Alferce, con una piccola area di sosta camper gratuita e con camper service. I posti sono pochi, e spesso occupati dalle auto dei residenti, ma stanno completando un’ampia area, anche con allaccio elettrico. Ceniamo in una trattoria famigliare in pieno centro con circa 10 € a testa mangiando bene.

XV GIORNO: Silves - Ferragudo
Al mattino, nonostante il tempo nuvoloso e minacciante pioggia, facciamo un giro ad anello attraverso boschi con querce da sughero ed eucalipti, passando dal Passadiços Barranco do Demo, scalinata aggrappata alla montagna e relativo ponte sospeso. 
Nel pomeriggio, sotto una pioggia fine, ma costante ci spostiamo a Silves, famosa per le arance e il castello. A Silves è presente un’area di sosta a pagamento, oppure un P gratuito vicino (entrambi visibili dalla strada principale), ottimo per una visita veloce. Il centro è piacevole e da girare. Da non perdere la cattedrale e il castello, una delle più notevoli opere militari arabe, anche se rimane poco oltre le mura.
Nel tardo pomeriggio il tempo migliora e ci spostiamo a Ferragudo, dove parcheggiamo a circa 1 km dal centro, nel P di Quinta dos Pocos, nuovo centro residenziale e tranquillo di notte.
Ferragudo si presenta come una vivace località marina con un centro interessante da visitare.

XVI GIORNO: Lagos
Parcheggiamo in Rua das Urzes, un po' lontano dal centro (circa 2 km), ma tranquilla e comodo per il ritorno.
Il centro di Lagos è vivace e piacevole, ma la sua bellezza principale è la costa che conduce alla Ponta de Piedade, un’alternanza di scenografiche spiagge e falesie dove ad ogni passo si aprono nuovi scorci. Non mancano ovviamente, come in tutta la costa, la possibilità di gite in barca o canoa ( altamente raccomandata).
In serata ci spostiamo alla Lidl di Lagos per fare la spesa e ci fermiamo a dormire nel parcheggio, nei posti assegnati ai camper nel suo parcheggio. Notte tranquilla in zona non troppo trafficata di notte.

XVII GIORNO: Fortezza de Sagres, Cabo Sao Vicente - Praia do Amando - Praia do Amoreira
Raggiungiamo l’estremità sud -occidentale del Portogallo facendo tappa alla Fortezza de Sagres dove troviamo un P gratuito, ma vige il divieto di pernottamento, come su tutta la costa.
L’ingresso all’imponente fortezza costa 3 €. Rimane poco oltre le mura, ma si gode un magnifico panorama e vale la sosta.
Il vicino Cabo Sao Vicente segna la fine della costa meridionale e l’inizio di quella occidentale, percorsa dal sentiero della Rota Vicentina (con partenza o arrivo a Sines).
I pochi parcheggi vicino al faro sono sempre pieni, per cui conviene fermarsi nei numerosi spazi a bordo strada e godersi la selvaggia natura della zona, particolarmente bello al tramonto (divieto di sosta notturna).
Cominciamo quindi a risalire la costa occidentale, paradiso dei surfisti.
Pur meno spettacolare di quella sud, alterna alte falesie ad ampie baie sabbiose.La prima tappa la facciamo alla Praia do Amando. Due ampi parcheggi ospitano numerosi equipaggi che sembrano soggiornare da più giorni, nonostante il divieto di pernottamento. La spiaggia è bella, ampia e attrezzata per il surf. Il forte vento fresco però non ci invita a restare e dopo un piccolo giro a piedi lungo la costa proseguiamo (il tratto di strada costiera in questa zona è interdetto ai camper).
Cerchiamo maggior fortuna alla Praia do Amoreira, più riparata.
La stradina senza uscita che porta alla spiaggia sarebbe vietata ai camper, ma, almeno fuori stagione, sono tollerati. Noi troviamo posto appena prima dell’inizio e percorriamo a piedi il km scarso che ci separa. Bella la vista dall’alto con l’ampia spiaggia sabbiosa attraversata da un fiume. Un sentiero permette di scendere e guadare il fiume per accedere alla spiaggia. Una strada sterrata costeggia la riva opposta dando l’opportunità di sostare a bordo spiaggia. In ogni caso la sosta notturna è vietata.
Dopo esserci goduti il tramonto ci spostiamo all’area di sosta di Odeceixe AA 7 Rua das Escolas Odeceixe, 10 € aperto dalle 9:30 alle 21:00.

XVIII GIORNO: Odeceixe - Odemira - Cabo da Sardao
Odoceixe  è un paese piacevole da visitare con un vecchio mulino restaurato nella parte alta del paese.
Ci spostiamo alla omonima spiaggia dove un ampio parcheggio pianeggiante ci ospita gratuitamente durante il giorno ( divieto di pernottamento). Arrivarci è semplice, basta seguire la strada principale evitando le deviazioni verso il mare ( divieto di accesso ai camper).
Seguiamo il sentiero - la Rota Vicentina - che costeggia la costa in direzione sud.
Dopo circa 1 km troviamo l’unica colonia in Europa di cicogne che nidificano su scogliere a picco sul mare. Siamo fortunati e vediamo alcune coppie nei nidi.
Trascorriamo il pomeriggio nell’ampia spiaggia.
Visti i divieti, per la notte ci spostiamo a Odemira dove il comune autorizza il pernottamento nel P in Avenida do Sul (N 37°34’20.5716” W 8°40’2.64”). Il posto è tranquillo, vicino ad abitazioni e illuminato. È possibile anche pernottare nel parcheggio del vicino discount Aldi che riserva alcuni posti ai camper, ma la zona è più trafficata.

XVIII GIORNO: Zambrujera do Mar - Porto da Barcas - Cabo da Sardao - Porto Corvo - Jerez de los Caballeros​ (SP)
Ci spostiamo a Zambrujera do Mar dove i parcheggi in centro sono vietati ai camper, ma basta spostarsi verso le zone periferiche per trovare posto.
Il paese è piacevolmente costruito su scogliere e con una bella spiaggia sabbiosa.
Proseguiamo lungo la costa per pochi chilometri fino a Porto da Barcas, con 2 ristoranti, una stazione radar della guardia costiera, alcune baracche di pescatori e una bella vista sulle scogliere, ottimo per una pausa pranzo.
Nel proseguire verso nord ci fermiamo a Cabo da Sardao con il suo faro bianco e rosso. Percorriamo un pezzo del sentiero costiero con bei panorami sulla costa alta e frastagliata, vediamo altri nidi di cicogna sulla falesia, ma questa volta, purtroppo, vuoti.
Ultima tappa in Portogallo a Porto Corvo, dove sostiamo in uno spiazzo sterrato (N 37°51’14.9868” W 8°47’23.622”) vicino al centro. Si tratta di una località balneare in forte espansione con numerosi cantieri, un piacevole centro pedonale e un bel lungomare sul quale si aprono numerose baie sabbiose incastonate nella scogliera. Unico neo la vista a nord sul porto industriale di Sines, luogo di partenza della Rota Vicentina.
Nel tardo pomeriggio ci avviamo verso la Spagna attraverso strade secondarie e dal fondo abbastanza sconnesso.
Arriviamo in tarda serata a Jerez de los Caballeros dove sostiamo nella piccola area camper comunale gratuita, elettricità compresa, in Plaza de Toros (N 38°19’34.6872” W 6°45’44.712”).

XIX GIORNO: Jerez de los Caballeros - Merida
Jerez si presenta come una piacevole cittadina da visitare con un centro interessante. Città natia del conquistadore Vasco Núñez de Balboa, scopritore di Panama, nella cui casa natale è stato allestito un piccolo, ma interessante museo gratuito, offre interessanti chiese tra cui San Bartolomè dalla facciata barocca decorata con azulejos e maioliche azzurre ( purtroppo chiusa), la cattedrale, il castello da cui si gode una bella vista. E’ inoltre famosa per il prosciutto ottenuto da maiali alimentati con ghiande, nel centro, subito sotto il castello, c’è un ‘azienda produttrice che vende anche al dettaglio in un piccolo negozio. Il sapore è ottimo, ma i prezzi particolarmente elevati ( anche oltre i 100 €/ kg).
Volevamo fare tappa a Zafra, ma era in corso un’importante fiera e i pochi parcheggi disponibili erano lontani dal centro e a pagamento.
Proseguiamo per MERIDA dove troviamo ampi spazi sul lungofiume Av. Vicente Sos Bayna, vicino al ponte romano e buon posto anche per un eventuale pernottamento.
MERIDA e’ una città romana e lo si capisce subito una volta superato il ponte romano con una bella statua della lupa nella piazza adiacente alla fortezza araba.
Conviene fare il biglietto cumulativo che da accesso a tutte le principali attrattive della città e valevole anche per il giorno dopo ( anche perché, generalmente, chiudono entro le 18.
Da vedere c’è tanto tra teatri, anfiteatri, ville e fortezze ( e rimando alle guide specializzate), peccato solo che il museo romano era chiuso per lavori, e programmate almeno un giorno/ un giorno e mezzo.
Per la notte, avendo bisogno di CS ci spostiamo all’area gratuita di Aljucen, comodamente e velocemente raggiungibile tramite autostrada. Posta panoramicamente all’ingresso del piccolo paese offre gratuitamente i servizi principali, è tranquilla e può ospitare anche veicoli di grandi dimensioni.
XX GIORNO: Merida - Caceres - Trujillo
Riprendiamo la visita di Merida che ci occupa per un’altra mezza giornata.
Nel primo pomeriggio ci spostiamo a Caceres, dove parcheggiamo nell’area di sosta comunale gratuita (N 39°28’49.224” W 6°21’59.6664”), comoda per visitare la città.
Caceres, patrimonio dell’umanità, è una cittadina dall’interessante centro medioevale e merita una visita. Si comincia dalla vasta Plaza Major per poi proseguire nelle strette vie del centro storico alla ricerca di pittoreschi scorci e di altri tesori come la Plaza Santa Maria con la Concattedrale e il suo museo d’arte sacra, oppure Plaza San Jorge e la cinta muraria.
Per la notte ci spostiamo a Trujillo, e sostiamo nell’area di sosta gratuita (N 39°27’27.36” W 5°52’21.9”), in Plaza de Toros.
Per cena andiamo al Restaurante Ronda La Piedad, semplice e a conduzione famigliare propone piatti semplici, ma gustosi e a buon prezzo.

XXI GIORNO: Trujillo - Guadalupe
Trujillo, patria del conquistador e fondatore della città di Lima, Pizarro (la cui statua domina la bella Plaza Major) è una bella città dal color ocra.
Da non mancare la chiesa di Santa Maria la Major con il suo bell’altare, il castello ( noto per essere apparso nella serie Il trono di spade), le mura e un tessuto urbano medioevale.
L'ultima tappa spagnola è Guadalupe dove parcheggiamo vasto P all’ingresso del paese gratuito, con bagni pubblici e possibilità di passare la notte.
Guadalupe è famosa per il suo stupendo Monastero reale di Santa Maria de Guadalupe- Patrimonio Unesco. Visitabile solo tramite visita guidata (non in italiano), tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:30 e 15:30 – 19:30
Assolutamente da non perdere per la ricchezza architettonica e artistica.
Piacevole anche il villaggio dove un percorso segnalato con tappe numerate permette di scoprire gli angoli più nascosti.
Iniziamo quindi il ritorno verso casa sostando lungo la strada del ritorno

XXII GIORNO: Saint Martin de Crau
Giornata di viaggio e ci fermiamo per la notte in Francia a Saint Martin de Crau nell’Area di sosta comunale gratuita (N 43°38’18.9564” E 4°48’50.184”), che avevamo già utilizzato in passato.

XXIII GIORNO: Martigues - Salon de Provence - Aix en Provence​
Ci spostiamo dapprima a Martigues, un colorato villaggio di pescatori il cui centro storico è costruito su un’isola lungo il Canale di Caronte, che collega lo stagno di Berre al Mar Mediterraneo.
Il 28 marzo 1910, Henry Fabre effettuò il primo volo mondiale in idrovolante.
Bella anche la Costa Blu, che collega Martugues a Marsiglia.
A Salon de Provence parcheggiamo facilmente e gratuitamente in Rue de Lurian (N 43°37’29.478” E 5°6’9.45”), collegato al centro da una navetta gratuita.
La città del sapone (ma è sabato e le fabbriche del sapone, altrimenti visitabili sono chiuse) e di Nostradamus (chiusa anche la casa-museo per lavori) ha interessanti scorci.
Assistiamo anche ad un colorato e rumoroso, con tanto di banda folkloristica, matrimonio marocchino.
Ultima tappa del nostro viaggio è Aix en Provence. Parcheggiare in questa città è abbastanza complicato. Dopo aver girovagato senza fortuna troviamo un P gratuito lungo la strada nei pressi di Avenue Jean Moulin.
Aix en Provence è una città con un grande centro storico, che però non ci ha entusiasmato molto (forse perché sera o forse perché abbastanza stanchi) al contrario dei 2 paesi precedenti.

Ormai siamo alla fine e ci avviamo verso casa dove giungiamo il giorno successivo.