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Olanda e Belgio

Festa del Re, campi multicolori, case di Lego, mulini e canali, paesi divisi da cartografi impazziti, città medioevali, foreste azzurre.

Durata: 25/04/2025 - 04/05/2025 (9 gg.)

Equipaggio: Non specificato

Visualizzazioni: 227

Pubblicazione: 08/10/2025

DIARIO OLANDA / BELGIO

Ennesimo viaggio in Olanda a trovare nostro figlio che vive ad Amsterdam cogliendo l’occasione per vedere la fioritura dei tulipani e la Festa del Re (27 aprile).
Al ritorno visita di alcune delle principali città del Belgio.

INFORMAZIONI UTILI

Strade
Svizzera: autostrade a pagamento tramite bollino annuale (dal 1 dicembre dell’anno precedente al 31 gennaio dell’anno successivo) al costo di circa 40€ per i mezzi fino a 3,5t, per quelli più pesanti si paga a pedaggio attivando una specie di Telepass.
Il gasolio ha un costo leggermente superiore al nostro.
Possibili code, anche lunghe, al traforo del Gottardo durante i periodi di maggior turismo.
Germania, Olanda e Belgio: autostrade gratuite, per fare gasolio conviene uscire dall’autostrada, le differenze sono notevoli (costo leggermente inferiore al nostro tranne in Olanda).
ATTENZIONE: il centro di Amsterdam, all’interno del ring delimitato dalle autostrade, è green zone a ingresso vietato per i diesel fino a Euro 4

Pernottamenti
Svizzera: In alcune aree di servizio autostradali il pernottamento notturno è a pagamento.
Germania: generalmente non ci sono particolari divieti.
Olanda: la sosta notturna in genere non è ben vista e in molti luoghi è vietata.
Abbondanti i campeggi, discrete le aree di sosta e parcheggi autorizzati.
Belgio: non abbiamo avuto alcun problema.

Mezzi pubblici 
Sia in Olanda che in Belgio sui mezzi pubblici come bus e tram si paga direttamente con carta di credito. In Olanda si paga a tratta (a meno di non avere il biglietto giornaliero) per cui bisogna passare la carta di credito sia in salita che in discesa (altrimenti si paga l’intera tratta).

Cosa vedere 
Per ogni località segnaliamo le cose e curiosità che noi riteniamo di non dover perdere. Non sostituisce ovviamente le guide ufficiali, ma vuole essere un’integrazione e un aiuto a scegliere o a cogliere particolari che altrimenti potrebbero sfuggire. Ovviamente, a nostro insindacabile parere.

I GIORNO
Partenza nel pomeriggio e sosta per la notte in area di servizio autostradale in Germania.

II GIORNO: KINDERDIJK – NIEUW VENNEP
Kinderdijk
Arriviamo a metà pomeriggio, il tempo è piovoso, ma al nostro arrivo smette e ci permette di visitare la zona senza problemi.
Sostiamo al termine di una strada in una zona residenziale, in un piccolo P (51.8724, 4.6696), max per 6 metri di lunghezza. Non ci sono divieti, noi comunque ci fermiamo solo un paio di ore, comodo per la visita ai mulini tramite pista ciclopedonale.
Il colpo d’occhio sui mulini è molto particolare e quanto di più olandese si possa sperare. Un paio dei mulini sono visitabili a pagamento. Possibili crociere lungo i canali.
Vicino al P notiamo delle pecore con un manto lanoso molto riccio pezzato bianco e nero. Numerosi gli uccelli acquatici, anatre e oche ( con piccoli al seguito) nei canali vicini.
La Diga dei Bambini, il nome olandese deriva da una leggenda secondo cui una culla contente un bambino e un gatto sia giunta miracolosamente alla diga dopo la più terribile delle alluvioni che si ricordi a memoria d'uomo, nel 1420.

I 19 mulini a vento di Kinderdijk furono costruiti  nella prima metà del 1700 come parte di un sistema di gestione dell’acqua più ampio che aveva la funzione di evitare inondazioni: in questo polder, ossia zona prima sommersa dal mare e poi bonificata tramite dighe e canali drenanti, questi mulini una volta giravano per trasportare l’acqua in eccesso verso il fiume e per tenere asciutto il basso terreno, minacciato da alluvioni e dall’assestamento del terreno torboso.
L'Alblasserwaard, nel sud-est della provincia olandese dello Zuid-Holland, è sempre stata una regione al di sotto del livello e del mare e da quando gli olandesi hanno iniziato a popolarla dall'anno 1000 l'annosa battaglia di conquista del terreno non ha mai conosciuto un attimo di tregua. Nei secoli a venire i mulini a vento furono integrati con stazioni di pompaggio a vapore ed infine elettriche, fino a 20 anni fa, quando anche l'ultimo mulino a vento ha terminato il suo centenario lavoro.
l mulino, di solito composto da 4 piani, aveva la cucina/sala e la camera dei genitori al piano terra, le camere dei figli al primo piano (nel mulino da noi visitato i figli erano 12!), al secondo piano c’era una soffitta dove veniva affumicato il pesce pescato (lì arrivavano i fumi del camino), mentre all’ultimo piano c’erano gli enormi ingranaggi del mulino e sopra la calotta, che poteva ruotare di 360° in base alla direzione del vento.
Per la notte ci spostiamo a Nieuw-Vennep in un'area di sosta (52.2873, 4.6261) in fattoria. Registrazione e pagamento automatico WC e docce puliti: 19 € camper 2 persone, 3€ per ogni persona in più, 4€ elettricità, 1€ doccia. Attenzione: lo scarico WC non è omologato per liquidi chimici (vendono loro prodotti appositi).
Posto piacevole e ben organizzato. Non tutte le postazioni hanno gli allacciamenti elettrici.

III GIORNO: Amsterdam
Per la sosta optiamo per, probabilmente, l’unico P gratuito autorizzato in città (52.3703, 4.7964). Il luogo è abbastanza isolato, tranquillo e di solito pieno di camper. A circa 20 minuti a piedi si raggiungono diversi mezzi pubblici.
Raggiungiamo nostro figlio e giro per il centro di Amsterdam, che conosciamo abbastanza bene.

IV GIORNO: Amsterdam
Oggi è la Festa de Re (coincide con il giorno del compleanno del monarca e cambia al cambiare di questi), festa nazionale e giornata in cui i miti olandesi si danno alla pazza gioia. Il colore dominante è l’arancione, colore della casata, ed è usanza indossare un capo di abbigliamento, o accessorio, arancione. In effetti, come vedremo, la città si colora di arancione e noi non siamo da meno.
I parchi si riempiono di famiglie, di artisti da strada, di bancarelle che vendono di tutto, dal mangiare etnico a vari oggetti usati.
Man mano che ci avviciniamo al centro la folla cresce fino a muoversi a fatica.
Musica ad alto volume esce dai locali e dalle case private, i canali si riempiono di barche di tutti i generi affollate e chiassose e la polizia fluviale ha il suo daffare a mantenere un minimo di ordine nella circolazione. Il clima di festa è coinvolgente e va avanti fino alla sera.

V GIORNO: Keukenhof
Giornata dedicata ai fiori. Siamo a fine aprile e molti campi hanno già tagliato i fiori, l’ideale sarebbe stato venire verso metà mese.
Abbiamo prenotato e acquistato i biglietti l’ingresso al parco floreale di Keukenhof per il primo pomeriggio, per cui la mattinata la dedichiamo a girovagare per i campi di tulipano.
Troviamo un piccolo P (52.2574, 4.5295) proprio vicino ad alcune coltivazioni di tulipani. Pur vedendo campi dove i fiori sono già stati tagliati, riusciamo a trovarne altri nel loro massimo splendore con colori sgargianti che sembrano usciti da una tavolozza di un pittore. Girovaghiamo per un paio d’ore e poi ci avviciniamo al parco.
Il parcheggio a Keukenhof costa 12 €, solo diurno e ci sembra troppo caro, per cui parcheggiamo gratuitamente vicino ad un campo sportivo che avevamo visto durante il nostro giro tra i campi (52.2578, 4.5418), nessun divieto per cui, in teoria, dovrebbe essere possibile pernottare.
Ci vuole circa mezz’ora per arrivare al parco, sono 2 km di percorso, e nel frattempo vediamo altri campi colorati.
Il parco è aperto tutti i giorni dalle 08:00 alle 19:30 dal 24 marzo al 15 maggio.
Dentro è un’esplosione di colori con fiori (tulipani prevalentemente, ma non solo), organizzati in creazioni floreali e cromatiche di grande effetto.
Vale sicuramente il costo del biglietto (20,50 €). Considerate almeno mezza giornata per la visita.
Torniamo a dormire ad Amsterdam.

VI GIORNO: Zaandam - Baarle Nassau / Baarle Hertog - Lier
In mattinata ci spostiamo con i mezzi pubblici a Zaandam. Cittadina subito a nord di Amsterdam che ha riqualificato il centro con edifici tradizionali rivisti in chiave moderna e originale. Vagando per l’ampio centro pedonale si ha una bella panoramica degli edifici che sembrano fatti con il Lego.
Salutiamo figlio e Amsterdam e ci dirigiamo verso il Belgio.
Poco prima del confine ci fermiamo a Baarle Nassau (NL) / Baarle Hertog (B) in un Parcheggio gratuito (51.4404, 4.9314), comodo per la visita. Non abbiamo dormito, ma non ci sono divieti.
L'exclave di Baarle-Hertog costituisce il caso più complicato di exclave situata in territorio europeo. Al comune belga di Baarle-Hertog appartengono difatti ben 22 exclave in territorio olandese all'interno del comune di Baarle-Nassau, e alcune di queste exclave contengono ulteriori sette exclave, questa volta olandesi.
Il confine è così articolato che alcune case sono divise tra due stati. In passato, quando la legge olandese prevedeva per i ristoranti un orario di chiusura anteriore a quello belga, alcuni esercizi posti sul confine risolsero il problema semplicemente facendo cambiare tavolo ai clienti.[1]
La storia dell'exclave di Baarle-Hertog risale al Trattato di Maastricht del 1843, che stabilì il Confine tra il Belgio e i Paesi Bassi. In particolare, il confine tra i cippi 214 e 215 non poté essere stabilito per una lunghezza di 50 km, cosicché i due stati giunsero a un accordo per attribuirsi la sovranità su 5.732 parcelle di terreno. Ne risultò un arcipelago di exclavi (circostanza non del tutto infrequente nei confini di allora) per una superficie di 8 km².
Il 20 giugno 1959, la Corte internazionale di giustizia, investita della controversia, stabilì la sovranità del Belgio sul gruppo di enclavi, risolvendo così un contenzioso fra i due Paesi confinanti.
Il 26 aprile 1974 il Belgio e i Paesi Bassi firmarono un trattato a Turnhout nella provincia di Anversa nelle Fiandre in Belgio per rendere ufficiali i confini così delineati tra i cippi 214 e 215. Successivamente venne però scoperto un lotto di terreno a sud della frazione di Ulicoten che non era stato assegnato a nessuno dei due stati, e che nel 1995 fu attribuito al Belgio come ventiduesima exclave di Baarle-Hertog.
Con la pandemia di COVID-19 si è giunti alla situazione paradossale di semi-lockdown dato che Baarle Hertog è in lockdown, mentre Baarle Nassau no. Alcuni negozi hanno pertanto deciso di propria iniziativa di chiudere, comunque.
I problemi principali sono quelli dell’amministrazione interna, per esempio nella costruzione di edifici che sforino il confine dei vicini, o nei progetti di asfaltamento delle strade, che possono essere in parte olandesi ed in parte belghe. Tuttavia i cittadini sembrano anche avvantaggiarsi di questa situazione, in quanto le leggi belghe che regolano i progetti delle case sono molto meno stringenti. Un caso molto particolare è stato quello di un cittadino danese che voleva fare dei cambiamenti interni alla sua abitazione, ma che non riusciva ad ottenere i permessi: per sua fortuna la casa si trovava sul confine, e quindi gli è bastato aggiungere una seconda porta d’ingresso a pochi centimetri dalla prima, su suolo belga, per poter portare a termine il suo progetto.
La regola generale a Baarle-Nassau è che se il portone si trova esattamente sulla linea di confine è l’inquilino a decidere dove registrare il proprio domicilio: Paesi Bassi o Belgio.
I sindaci – ovviamente – sono due ma decidono di comune accordo le questioni che riguardano viabilità, illuminazione e fognatura.
Ora, accade che a dividere in due questo villaggio – perfettamente bilingue e dove la maggior parte dei cittadini è dotato di doppio passaporto e vive pacifica e serena – intervenga la quarantena imposta dal Governo di Bruxelles. Limitazioni per le uscite e attività commerciali, birrerie e negozi chiusi.
Peccato che quelli a un passo dalle mattonelle di confine, nel territorio olandese, restino (almeno per il momento) aperti. L’età legale per bere alcolici è 18 anni nei Paesi Bassi e 16 in Belgio.
Non solo. Per evitare di trovarsi a fare i conti con i pendolari della benzina – in Belgio il carburante costa meno che nei Paesi Bassi – è fatto divieto agli olandesi di rifornirsi nelle stazioni “dall’altra parte” del confine. La sanzione per gli olandesi che non rispettano le regole va dai 350 ai 4 mila euro.
All’ingresso (e in uscita) del paese ci sono 2 cartelli, uno olandese e uno belga.

Girando per il paese si passa continuamente da uno Stato all’altro, per capire dove siamo basta guardare sui pali della luce o i numeri delle case. Su strade e marciapiedi invece dei segni bianchi le lettere indicano il confine che a volte taglia in 2 delle abitazioni.
Il paese in sé è anonimo, ma questa caratteristica lo rende particolarmente interessante e divertente da girare.
Per la notte ci spostiamo a Lier nell’AA (51.1253, 4.5739) all’interno di un vasto P appena fuori dal centro. Rumoroso e trafficato fin dalla mattina presto (scuole nelle vicinanze) è abbastanza tranquillo di notte e comodo per la visita. Offre carico acqua e scarico WC, manca uno scarico (o meglio c’è, ma non utilizzabile se non con un secchio) delle acque grigie.

VII GIORNO: Anversa – Lier
Arriviamo comodamente ad Anversa in treno da Lier. È una città che presenta numerosi punti d’interesse:
Stazione Centrale (Antwerpen Centraal Station) considerata nel 2014 la stazione ferroviaria più bella del mondo. Non ci trova d’accordo, bella si, ma da qui ad essere la più bella al mondo!  È considerata il più significativo esempio di architettura ferroviaria in Belgio.
Qui si può vivere l’esperienza davvero impressionante di scendere da un treno, alzare (o abbassare) lo sguardo ed accorgersi che i binari della stazione sono collocati su più piani, continuamente attraversati da convogli di ogni tipo. La “Cattedrale delle Ferrovie”, così come viene chiamata dagli abitanti di Anversa, fu costruita in dieci anni, dal 1895 al 1905, sul progetto dall’architetto belga Louis de la Censerie, per sostituire la precedente stazione in legno sotto il regno di Leopoldo II.
L’edificio monumentale in pietra e marmo è articolato su tre livelli sovrastati da un’elaborata volta in vetro e ferro, realizzata dall’ingegnere Clement Van Bogaert, che illumina l’ambiente interno. Una gigantesca cupola si staglia ad un’altezza di 75 metri, ben visibile da diversi punti della città.
L’atrio principale è dominato da un’imponente scalinata che accomuna la stazione ferroviaria ad un palazzo in stile neobarocco, ricco di decorazioni ricercate e raffinate, che vale la pena ammirare anche se non si ha la necessità di prendere un treno.
- Il museo Chocolate Nation, situato al lato opposto della piazza sulla quale si affaccia la stazione centrale, è il più grande museo del cioccolato belga al mondo e offre un viaggio interattivo e multisensoriale nel mondo del cioccolato belga ed è composto da 14 sale interattive che accompagnano i visitatori passo dopo passo nel mondo del cioccolato.
Il Belgio ha infatti una lunga tradizione nel cioccolato. Il Belgio controllò il Congo dal 1885 al 1960. Qui trovò numerose risorse naturali, tra cui le fave di cacao. Come tutte le potenze coloniali, i belgi sfruttarono queste risorse ed esportarono il prodotto nel loro paese d'origine.
L'accesso al cacao di alta qualità e a basso costo proveniente dalla colonia ha permesso ai produttori di cioccolato belgi di aumentare la produzione e migliorare la qualità dei loro prodotti.
Nel 1912, il cioccolatiere belga Jean Neuhaus inventò la pralina. Questa creazione di cioccolato ripieno è oggi conosciuta in tutto il mondo e ha contribuito ad affermare il Belgio come paese leader nell'arte del cioccolato. Ancora oggi, i cioccolatieri belgi attribuiscono grande importanza all'artigianalità, alla qualità e all'utilizzo di ingredienti di alta qualità. Anche la rivoluzione industriale e la posizione geografica del Belgio come polo commerciale in Europa hanno giocato un ruolo importante nella storia del cioccolato.

In Belgio si sviluppò ben presto una solida industria alimentare e il cioccolato divenne un importante prodotto d'esportazione. La vicinanza ad altri mercati europei e le buone infrastrutture facilitarono l'esportazione del cioccolato belga, accrescendone la fama e la popolarità a livello internazionale.
- Quartiere dei diamanti Anversa è considerata la capitale della lavorazione e del commercio dei diamanti, un titolo che la città si è conquistata a partire dal '500.
Il distretto dei diamanti si sviluppa subito fuori la Stazione Centrale e qui troverete numerose gioiellerie, botteghe artigiane e orafi, intenti a lavorare e vendere diamanti in ogni forma. È il più importante centro europeo della lavorazione del diamante: l’84% di tutti i diamanti grezzi al mondo passa sotto lo sguardo critico dei tagliatori di Anversa. Questo è anche il cuore del quartiere ebraico di Anversa. Con circa 30 sinagoghe e oltre 15.000 fedeli, la città fiamminga è uno dei maggiori centri ebraici al mondo. A 600 metri dalla stazione centrale, arriviamo in una stretta strada quasi anonima: Hoveniersstraat, tra Vestingstraat e Lange Herentalsestraat. È qui che si trova gran parte dei negozi del Diamond District, nonché l’Antwerp World Diamond Center recentemente portato alla notorietà del pubblico italiano grazie alla serie Netflix “Everybody Loves Diamonds”. Ogni anno oltre 32 miliardi di sterline in diamanti sono trattati da 4 borse commerciali regolate proprio dall’Antwerp World Diamond Center. La maggior parte del commercio di diamanti in città è gestito dalla comunità ebraica hassidica. Per orientarsi meglio in questo scintillante mondo è disponibile presso gli uffici di informazioni turistiche la mappa gratuita, cartacea e in App, “Antwerp Loves Diamonds”.
Da vedere, prima, la serie televisiva "Everybody Loves Diamonds" sul più grande furto di diamanti effettuato ad Anversa.
- Rubenshuis La residenza che l’artista fiammingo acquistò nel 1611 e dove visse e lavorò fino al 1640, anno della sua morte. 
- Sint-Andrieskerk: La chiesa di Sant'Andrea (orario 9:00 – 12:00). Costruita dai Padri Agostiniani all'inizio del XVI secolo, scelsero Sant'Andrea come loro santo patrono. Lo stile architettonico è tardo gotico, ad eccezione della sovrastruttura e della torre, che presentano caratteristiche del tardo barocco. Secondo la tradizione Vincent Van Gogh guardava le vetrate di questa chiesa con occhi sgranati. Altri monumenti degni di nota sono il monumento alla regina scozzese Maria Stuarda, l'altare maggiore del XVII secolo, il prezioso reliquiario dei 36 Santi e, soprattutto, uno splendido pulpito del 1821. 
Tunnel di Sant'Anna:  Anversa è una delle poche città europee a non avere ponti che attraversino il fiume che percorre la città.
Negli anni ’20 si pensò di realizzare un tunnel sotterraneo per congiungere la sponda sinistra del fiume Schelda con il centro di Anversa, e nel 1933 fu ultimata la costruzione del Tunnel di Sant’Anna, lungo 572 metri e collocato a 31 metri sotto il letto del fiume.
Oggi il tunnel pedonale conserva ancora tutte le caratteristiche della sua realizzazione originaria, con le bellissime scale mobili in legno che conducono all’ingresso del tunnel, le piastrelle bianche che decorano la parete, ed alcuni quadri e stampe che accompagnano la passeggiata del visitatore.
L’opera, considerata di alto valore ingegneristico negli anni ’30, fu realizzata da Emiel van Averbeke.

La “traversata” sotterranea è riservata soltanto a pedoni e biciclette (per le quali c’è il limite di velocità di 5 km/h). Se percorso a piedi, in 10/15 minuti arriverete sulla riva sinistra dello Schelda, all’interno di un parco da cui si gode una magnifica vista dello skyline della città.
- DIVA Museo dei diamanti, orario 10:00 – 18:00, chiuso il mercoledì.
- Het Steen, letteralmente "la Pietra", è una fortezza medievale sulla sponda del fiume Schelda, costruita per difendere la città dalle incursioni dei Vichinghi. Deve il suo nome all'imperatore Carlo V che intorno al 1520 ne ordinò la ricostruzione. Il suo nome completo era "'s Heeren Steen" (La pietra del Signore). In seguito la fortezza fu usata come prigione.
Sul ponte levatoio che conduce all'ingresso si trova la statua del gigante Lange Wapper, un personaggio mitologico del medioevo che terrorizzava gli abitanti di Anversa. È il monumento più antico della città.
Dovreste assolutamente dare un'occhiata alla statua che sovrasta l'unica porta rimasta di Het Steen. Semini, come chiamano il bassorilievo gli abitanti di Anversa, è simbolo di fertilità fin dall'antichità. Risale probabilmente al II secolo ed è la statua più antica presente nel paesaggio urbano di Anversa. Una caratteristica sorprendente di Semini era il suo fallo. Secondo la credenza popolare, la statua è simbolo di fertilità e prosperità. Nel 1587, dopo che gli spagnoli riconquistarono Anversa, la statua pagana venne gravemente mutilata dai gesuiti. Ciò rende difficile il suo riconoscimento e la sua origine esatta rimane un mistero.
- Il Grote Markt è la piazza principale di Anversa. Di forma triangolare, rappresenta il cuore pulsante del centro storico ed è circondata, come in ogni “Gran Place” fiamminga, dai caratteristici palazzi delle Gilde e delle Corporazioni delle Arti e dei Mestieri, degli edifici decoratissimi eretti tra il XVI e XVII secolo, tutti sormontati da statue dorate. Alcuni di essi sono stati distrutti da un incendio nel 1576 e ricostruiti nel XIX secolo.
Al centro della piazza si erge la Fontana di Silvius Brabo, costruita nel 1887 dall’architetto Jef Lambeaux e dedicata ad un leggendario personaggio la cui storia è legata alle origini della città.
Il legionario romano avrebbe infatti ucciso e sconfitto il gigante Druon Antigon che tagliava le mani ai cittadini che si rifiutavano di pagare un dazio per navigare il fiume Schelda. La statua barocca rappresenta Brabo in procinto di gettare la mano destra del gigante nel fiume.
- Stadhuis, il Municipio di Anversa, che domina il Grote Markt occupando interamente un lato della piazza. Realizzato da Cornelis Floris de Vriendt tra il 1561 ed il 1566, rappresenta un magnifico esempio di architettura manierista nelle Fiandre, caratterizzato da una facciata ricca di dettagli rinascimentali.
- Onze-Lieve-Vrouwekathedraal, la Cattedrale di Anversa (orario: 10:00 – 17:00 Sa, 10:00 – 15:00 Do 13:00 – 17:00, accesso 12 €) è considerata uno dei più importanti esempi di architettura gotica, è la più vasta del Belgio e delle Fiandre.
La chiesa, che ha ben sette navate, fu costruita a partire dal 1352 secondo gli schemi del gotico Brabantino, e fu completata nel 1521. Alla sua realizzazione vi lavorarono sia architetti francesi che fiamminghi. L’elemento architettonico più affascinante della Cattedrale, tanto da diventarne il simbolo della città, è la torre gotico-fiorita che con i suoi 123 metri di altezza la rendono la più alta di tutto il Benelux. La torre, costruita tra il 1434 ed il 1530  da Peter Appelmans e dai fratelli De Waghemakere, contiene un carillon di 47 campane ed è inserita nel patrimonio UNESCO. All’interno della maestosa Cattedrale si possono ammirare alcune delle opere più celebri di Rubens tra le quali il Trittico della Deposizione dalla croce, di impressionanti dimensioni, l’Assunzione della Vergine Maria, situato sull’altare maggiore, e la tela della Resurrezione di Cristo, collocata nella seconda cappella, o Kunstkammer (sala d’arte).
La Statua di Nello e Patrasche (davanti alla cattedrale) celebra il legame indissolubile tra cane e padrone. Si tratta di un monumento ispirato al romanzo dell’Ottocento “A dog of Flanders” che narra la storia commovente di un bambino e del suo vecchio cane Patrasche.
Un giorno Nello, che vive con il nonno, trova un cane ferito e decide di prendersene cura. Il bimbo ama l’arte e partecipa ad un concorso di disegno per guadagnare qualche soldo da spendere per ammirare dal vivo le opere del pittore Rubens. Purtroppo perse, e nel frattempo anche il nonno morì. Non avendo più una casa Nello si rifugiò nella Cattedrale di Anversa, ma una mattina fu trovato morto congelato insieme al suo fedele cane Patrasche.
Perciò la statua raffigura Nello e Patrasche come se stessero dormendo davanti alla chiesa, con una parte della pavimentazione a mattonelle che funge da coperta.
- Vlaeykensgang, il vicolo delle torte, risale all'anno 1591. Lo troverete quando varcate il cancello in Oude Koornmarkt 16. Un tempo qui vivevano le persone più povere della città e i calzolai che dovevano suonare la campana d'allarme della vicina cattedrale. Negli anni '60 si progettava di demolire questa strada medievale, finché l'antiquario Axel Vervoordt acquistò la Vlaeykensgang e la fece restaurare. Grazie a lui, questo vicolo è ancora oggi un'oasi di tranquillità. 
- Groenplaats (Piazza Verde), sorse nel XVIII secolo sull’antico cimitero della città, abolito dall’imperatore Giuseppe II d’Austria. Oggi la piazza, su cui si affaccia la splendida Cattedrale di Nostra Signora, è luogo d’incontro di giovani artisti, animata da ristoranti e caffè letterari. Al centro di Groenplaats è situata la Statua di Rubens realizzata nel 1843.
- Sint-Jacobskerk, la chiesa di San Giacomo (orario: Lu – Do, 14:00 - 17:00) è una delle più grandi della città. Noto come punto di partenza per il pellegrinaggio a Santiago de Compostela e cappella sepolcrale del pittore barocco Rubens.
All'inizio del XV secolo, nel luogo dove oggi sorge la chiesa, sorgeva una foresteria che accoglieva i pellegrini provenienti dal Nord Europa. In questo santuario di San Giacomo trovarono un luogo di riposo durante il loro pellegrinaggio alla tomba dell'apostolo Giacomo a Santiago de Compostela, in Spagna.
Nel 1491 fu posta la prima pietra dell'attuale chiesa in stile gotico brabantino, ma la chiesa fu completata solo 175 anni dopo.
Da notare il pulpito, le splendide vetrate, numerose statue di santi e dipinti. E ancora ill suggestivo deambulatorio, un importante dipinto di Jacob Jordaens e, naturalmente, la cappella sepolcrale di Rubens, un insieme barocco unico nel suo genere, sul retro della chiesa. La pala d'altare Madonna circondata dai santi fu realizzata dallo stesso Rubens. Da notare anche la statua di Maria, realizzata dal suo allievo Lucas Faydherbe. La chiesa ospita anche uno degli orologi da torre più antichi ancora funzionanti.
- Begijnhof (orario 8:00 – 18:00) in Rodestraat 39. Le beghine erano donne devote che vivevano in comunità, ma non prendevano i voti monastici. Questa speciale vita religiosa li collocava a metà strada tra laici e monaci. I beghinaggi erano composti solitamente da un cortile sul quale si affacciavano case di piccole dimensioni e una chiesa. Erano spesso circondati da un muro che li separava dal resto della città, alla quale accedevano tramite una o due varchi, a seconda delle dimensioni del complesso. Alcuni comprendevano anche un convento o un’infermeria.
Furono costruiti attorno al XIII secolo per ospitare le beghine e generalmente smantellati o abbandonati nel XIX o XX secolo.
Il termine beghina ha un’etimologia incerta. Forse deriva dagli oppositori di un prete di Liegi, forse dalla figlia di un nobile di Landen o forse ancora da un antico termine anglosassone che si tradurrebbe con “mendicare”.
Certamente, però, è sempre stato usato per indicare quelle donne che abitavano i beghinaggi.
Nei paesi europei, a causa di guerre e campagne militari continue, durante il basso medioevo era frequente una sproporzione di numero tra donne e uomini. Vedove e giovani sole si trovavano nella difficile situazione di vivere senza una famiglia che le potesse mantenere. Pare che per questa ragione si sia formato, tra gli altri, il movimento delle beghine. Queste donne, comunque, non facevano parte di un ordine religioso come le suore. Erano cattoliche ma servivano la chiesa senza prendere voti. Le beghine provenivano da qualsiasi strato sociale, anche se la maggior parte appartenevano ai ceti più poveri. Le poche provenienti da famiglie benestanti potevano permettersi di vivere da sole in una casa piccola ma tutta per sé; a volte avevano anche dei servitori. Le altre, solitamente finanziate da benefattori, vivevano invece in comunità, condividendo le abitazioni del beghinaggio e la vita quotidiana. Molte beghine si mantenevano lavorando, insegnando o con lavori manuali quali il ricamo e la cucina. Il resto del tempo lo dedicavano alla preghiera e alla vita comune
Il primo beghinaggio di Anversa (1240-1542), Het Hof Sion, era situato a sud della città, molto fuori dalle mura cittadine. Dopo la distruzione di Het Hof Sion, le beghine acquistarono terreni all'interno della città, dove ristabilirono il loro beghinaggio nel 1545. Nonostante un periodo difficile sotto il dominio francese e olandese alla fine del XVIII e all'inizio del XIX secolo, le beghine vissero qui fino a buona parte del XX secolo. Nel 1986 morì l'ultima beghina di Anversa, Virginie Laeremans.
La chiesa originaria fu distrutta nel 1799 e sostituita dall'attuale chiesa di Santa Caterina nel 1827.
Oggi il Beghinaggio ha una funzione residenziale. Inizialmente le case vennero costruite attorno a una piccola piazza, ma a causa del crescente numero di beghine venne aggiunto un vicolo. Il carattere originale e la tranquillità del beghinaggio sono stati preservati. 
Lier Al rientro (via treno) attraversiamo con calma la città, godendoci le sue bellezze  
Zimmer tower-Zimmertoren è probabilmente l’edificio più evocativo di Lier: una torre dell’orologio realizzata nel 1930 sopra i resti di un’antica torre quattrocentesca distrutta durante la I guerra mondiale. Costruito da Louis Zimmer l'orologio astronomico, è ritenuto tra i più complessi al mondo, cosa che spinse addirittura Albert Einstein a complimentarsi con l'orologiaio. 
Beghinaggio
Grote Markt La piazza centrale di Lier rispecchia lo stile delle piazze fiamminghe con il Municipio e il Beffroi (la Torre Comunale) che si impongono allo sguardo in un insieme armonico e caratteristico. La forma triangolare della piazza tradisce forse un’origine franca, il Comune invece ha il classico stile gotico brabantino di stampo fiammingo, infine il bellissimo Beffroi di Lier oggi è Patrimonio UNESCO.
Sint-Pieterskapel La cappella di San Pietro è l'unico edificio romanico e probabilmente anche il più antico di Lier, risalente al 1225.
La leggenda narra che un tempo la chiesa fu saccheggiata dai ladri che sgozzarono anche il prete. Allora la terra si sarebbe squarciata per inghiottire i ladroni.
Dietro l'altare si trova ancora un pozzo in ricordo di questa storia. Anche il dipinto di fronte all'altare raffigura il mito. In un'altra versione di questa storia, i ladri rimasero ciechi dopo la rapina.
Per la notte ci spostiamo nell’area di sosta gratuita, ma piccola, a Sint-Katelijne-Waver (51.0682, 4.5361)

VIII GIORNO: Leuven – Mechelen
Parcheggiamo (51.0257, 4.4929) gratuitamente a 1,5 km dalla stazione di Mechelen. Alla stazione prendiamo il treno che comodamente ci porta a Leuven dove visitiamo:
- il Grote Markt: la piazza principale della città, in leggera pendenza, ospita alcuni degli edifici più importanti.
- Municipio Risalente al XV secolo, questa struttura è il vero orgoglio degli abitanti di Lovanio: ci sono voluti tre architetti e 30 anni per costruirlo, ma oggi è uno dei municipi gotici più conosciuti al mondo. I muri esterni sono decorati con alte guglie ed è tutto un susseguirsi di statue (ben 235!), raffiguranti figure locali, personaggi biblici e santi, molte delle quali vennero aggiunte alla facciata solo dopo il 1850. La ricchezza dei dettagli fa quasi sembrare il Municipio ricoperto da un enorme velo di pizzo ricamato.
- Sint- Pieterskerk è la chiesa più famosa di Lovanio, uno dei massimi capolavori dello stile tardo Gotico-Brabantino del XV secolo, variante diretta del gotico francese reinterpretata secondo il gusto fiammingo e al suo interno è custodita l’Ultima Cena, celebre opera del pittore Dieric Bouts, appartenente ai Primitivi fiamminghi.
- La Fontana della conoscenza, si trova sempre nei pressi del Municipio, ma dal lato opposto rispetto a Oude Markt, troverete una piccola statua la Fontana della Conoscenza (più comunemente conosciuta con la sua abbreviazione Fonske) dell’artista Jef Claerhout, al quale è stata commissionata nel 1975 in onore del 550° anniversario dell’Università di Leuven. La statua raffigura uno studente che tiene un libro aperto con una mano, mentre con l’altra versa dell’acqua con una tazza nella sua testa scoperchiata: l’acqua dovrebbe rappresentare la saggezza, anche se diverse organizzazioni studentesche l’hanno associata anche alla birra (che piace molto ai giovani e non solo).
Come il Manneken Pis a Bruxelles, anche Fonske si veste di tanto in tanto con costumi adatti a particolari ricorrenze. 
- Oude Markt è il luogo di incontro per eccellenza di Lovanio, che viene anche considerato il “bar più lungo d’Europa” per via della concentrazione di caffè e locali uno dietro l’altro.
Totem dello scarabeo. In Piazza Monseigneur Ladeuzeplein, se alzate gli occhi verso il cielo, vi accorgerete di una scultura davvero curiosa ed inaspettata: un grosso scarabeo verde brillante infilzato su un ago gigante alto 23 metri. 
Realizzata dall’artista belga Jan Fabre ed eretta qui nel 2004 per commemorare i 575 anni dell’università KU Leuven. Secondo l’artista, questa installazione vuole essere un omaggio alla bellezza, alla scienza e alla conoscenza, anche se per alcuni il totem sembra rappresentare maggiormente la fragilità e la natura effimera della vita.
- Biblioteca Universitaria e Torre Campanaria La Torre ospita al suo interno uno dei carillon più grandi d’Europa, composto da 63 campane che suonano ad ogni ora, monumento commemorativo in onore degli ingegneri americani che morirono in Europa durante la Prima Guerra Mondiale.
- Groot Begijnhof Il grande beghinaggio risale al XIII secolo e che raggiunse il suo periodo di massimo splendore nel XVII, quando la comunità contava circa 360 beghine al suo interno. Entrato anch’esso a far parte dell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 1998, è uno dei più estesi delle Fiandre; appartiene oggi all’Università di Lovanio ed è abitato da studenti e professori.
Rientrati  alla moderna stazione, che ricorda un’onda ci dirigiamo al fiume Dyle che costeggiamo, a volte anche su passerelle sul fiume (Dijlepad) che regalano piacevoli scorci. È  possibile anche effettuare mini crociere.
- Chiesa Nostra Signora (O-L-Vrouw over de Dijlekerk) oltre la Dijle, è una bella chiesa dove è possibile ammirare il dipinto “La pesca miracolosa “di Rubens.
- Ljzerenleen, la piazza che riceve il suo nome dalle balaustre in ferro di inizio ‘500, a segnare una riva di un canale ormai interrato.
- Grote Markt, piazza circondata da edifici rinascimentali e barocchi.
- Sint-Romboutskathedraal, spettacolare esempio gotico con il campanile (Sint-Romboutstoren) simbolo della città e patrimonio Unesco. Racchiude un carillon di 49 campane del XV secolo. Se si hanno gambe e fiato il consiglio è salirne i 538 gradini, per ammirare sei sale che ne raccontano la storia. Sul tetto si accede a uno scenografico skywalk, una piattaforma in vetro e acciaio dove godere di un panorama a 360° sulla cittadina (entrata a pagamento contingentata).
- Opsinjoor, dietro la cattedrale non potete notare una enorme statua gialla con una strano personaggio che cade. Si tratta della mascotte locale, la cui statua originale si trova vicino al municipio.
- Opsinjoorke, è più di una semplice statua: è un simbolo profondamente radicato nell'identità di Mechelen. La figura in bronzo, rinvenuta nei pressi della Sint-Romboutskerkhof, rappresenta un "Sotscop" o "sposo infedele" del XVII secolo, che incarna l'immagine di un marito infedele e ubriaco. In passato, i vicini punivano simbolicamente questi uomini lanciando in aria una bambola che li rappresentava, usando un grande lenzuolo di lino. La bambola originale, creata nel 1647 da Valentyn van Lanscroon, si chiamava inizialmente "Sotscop". Nel corso del tempo, il nome si è evoluto e, nel 1775, un incidente durante una processione religiosa ha portato al suo nome attuale. La bambola cadde dal lenzuolo, atterrando vicino a un uomo di Anversa, che è stato poi accusato di aver tentato di rubarla. Poiché "Sinjoor" era un soprannome per gli abitanti di Anversa, la bambola divenne nota come Opsinjoorke. Oggi, la statua è un ricordo del folklore e della storia di Mechelen. Nel 2015, una statua gialla di Opsinjoorke XXL è stata collocata di fronte alla Sint-Romboutskathedraal come oggetto ludico. L'Opsinjoorke continua a essere un simbolo di orgoglio locale, incarnando il patrimonio culturale unico della città.
- Sint Jankerk con ”L’Adorazione dei Magi” di Rubens
- Beghinaggio, ovviamente anche Mechelen ha il suo beghinaggio da non perdere.
Mechelen è una cittadina interessante e non sempre valorizzata, merita sicuramente una tappa.
Per la notte ci spostiamo a Eeklo dove troviamo un P gratuito (51.0994, 3.3713, senza servizi) riservato ai camper con ampie piazzole e possibilità di aprire tendalino e tavolini, lungo un canale. La registrazione necessaria è rapida e intuitiva, il posto è tranquillo e piacevole.

IX GIORNO: Bruges
Per la visita di Bruges sostiamo gratuitamente in un ampio P (51.2220, 3.2005), ben collegato al centro da mezzi pubblici. Volendo sostare più a lungo c’è un’area di sosta in periferia.
Consiglio di considerare almeno un giorno per la visita.
Prima (o dopo) da vedere il film "In Bruges", un originale thriller ambientato nella cittadina belga.
Nel 2000 Bruges è stata riconosciuta dall’UNESCO Città Patrimonio mondiale dell'umanità
Bruges ha inoltre un legame speciale con il mare, l’acqua ha infatti rivestito un ruolo cruciale nel suo sviluppo. La città, con la pianura costiera da un lato e i terreni sabbiosi dell’area interna dall’altro, sorge nel punto preciso in cui i due paesaggi si incontrano. Un crinale sabbioso fungeva da protezione naturale. E proprio in quel punto, una serie di ruscelli confluiva nel fiume Reie, che si dirigeva poi verso nord per sfociare nella pianura costiera. Attraverso una rete di solchi scavati dalle maree il Reie era collegato con il Mar del Nord.
All’inizio della nostra storia, la regione era compresa nei confini dell’Impero Romano. Leggermente più a nord rispetto alla città attuale, lungo uno dei solchi scavati dalle maree, si ergeva a quel tempo un piccolo insediamento i cui abitanti vivevano di pesca, allevamento ed estraendo torba e sale. I resti di due imbarcazioni da mare risalenti al III secolo sono prova dell’esistenza di un piccolo porto
All’inizio del IX secolo, in questo punto sorgeva un modesto castello, parte della struttura di difesa della costa dai Normanni, eretta in posizione strategica su incarico del re dei Franchi. Bruges era infatti raggiungibile dal mare e dunque allettante bersaglio di potenziali attacchi. La semplice costruzione era circondata da terrapieni con palizzate di legno e acqua. Risultò essere comunque un luogo sicuro se, nell’851, alcuni monaci di Gand vi si rifugiarono con il loro prezioso patrimonio per sfuggire
ai Normanni. Ed è questo il primo episodio in cui il nome della città fa capolino nella storia. Il nome Bruges è probabilmente una derivazione dal termine antico nordico per “pontile” o “punto di sbarco” (Bryggia) o proveniente dal germanico “brugjo” che ha all’incirca lo stesso significato.
Intorno all’863 fece il suo ingresso nella regione Baldovino I, primo conte di Fiandra. Novello genero del re franco occidentale Carlo il Calvo, ricevette in dono come dote un pezzo di terra, la Contea di Fiandra. In realtà non fu un vero dono, perché Carlo il Calvo spedì volontariamente Baldovino in uno degli angoli più remoti del regno perché fungesse da suo rappresentante in loco. Insieme con la moglie Giuditta, Baldovino si stabilì nel castello, il Burg, da cui in seguito sarebbe derivato il nome della Piazza del Burg. Il termine Burg deriva chiaramente da “burcht”, castello, ma significa anche “cuore del villaggio”. Nonostante il suo ruolo di funzionario del re, Baldovino riuscì a conquistarsi un certo prestigio politico e soprattutto a rendere la sua carica ereditaria. I suoi eredi continuarono a rafforzare la dinastia familiare, con Bruges quale centro di potere e capitale della contea di Fiandra.
La presenza dei conti di Fiandra, la fortunata posizione e il collegamento con il mare consentirono a Bruges di svilupparsi, nel primo Medio Evo, in una città portuale molto attiva sul piano commerciale a livello internazionale. Soprattutto i famosi tessuti fiamminghi (in lana lavorata) a partire dall’XI secolo furono fonte di un forte boom economico. In tanti seppero cogliere l’occasione e il numero di abitanti della città registrò un forte incremento. Quando, alla fine del XIII secolo, i commercianti italiani scelsero Bruges come base permanente per i loro commerci via mare, altri seguirono il loro esempio. E fu così che mercanti provenienti da tutta Europa si stabilirono in città.
Anche la nascita della prima borsa valori al mondo risale a quel periodo ed ebbe luogo proprio a Bruges. Insomma, nel XIV secolo Bruges poteva con orgoglio ritenersi uno dei principali centri commerciali dell’Europa nordoccidentale.
I duchi di Borgogna soggiornavano volentieri a Bruges e diedero alla città un nuovo slancio che portò, nel XV secolo, a un periodo di prosperità e benessere senza precedenti. Noti per il loro gusto raffinato, ampliarono la loro residenza trasformandola nella lussuosa Corte dei Principi e commissionarono opere ai pittori più famosi dell’epoca, come Jan van Eyck. Il grande talento, insieme con numerosi altri artisti e artigiani, fece di Bruges la sua patria. Nobili e famiglie facoltose seguirono lo sfarzoso esempio della corte borgognona. Si trasferirono in maestosi palazzi cittadini e spesero ingenti fortune per abbellire le loro residenze. Il meccanismo della domanda e dell’offerta fece di Bruges un rinomato centro di produzione di ogni genere di beni di lusso. Le gilde vigilavano affinché tutti i prodotti fossero della migliore qualità. I mercanti stranieri trasformarono la città in un centro nevralgico del commercio internazionale. Bruges si espanse fino a diventare una vera metropoli e con circa sessantamila abitanti era una delle città più grandi d’Europa.

Nel 1482, l’improvvisa morte dell’amata duchessa Maria di Borgogna segnò la fine della prosperità economica. I rapporti tra i cittadini di Bruges e il vedovo, Massimiliano d’Asburgo, si inasprirono. Massimiliano lasciò la città, e con lui la corte, i commercianti, i nobili. Anversa divenne la nuova metropoli commerciale dei Paesi Bassi. Non più utilizzato a fini commerciali, il collegamento di Bruges con il mare si insabbiò progressivamente, a dispetto dei tentativi della città di preservarlo. La spettacolare cartina del XVI secolo di Marcus Gerards fu un vero e proprio espediente promozionale per esaltare la fortunata posizione vicina al mare. Ad oggi, il capolavoro resta la piantina storica più dettagliata della città. L’inasprimento delle differenze religiose e politiche portò a secoli di guerre e cambi di potere. In tutto questo, Bruges rimase una città cattolica dominata, in successione, da Spagna, Austria, Francia e Paesi Bassi.
Quando il Belgio conquistò l’indipendenza, nel 1830, Bruges era estremamente povera. La rivoluzione industriale non aveva pressoché toccato la città e l’economia rimaneva caratterizzata dall’artigianato casalingo su piccola scala. Vi fu un momento in cui dei cinquantamila abitanti, oltre diecimila, perlopiù donne, si guadagnavano da vivere con la lavorazione del merletto. Ma poco alla volta trovarono spazio anche moderne innovazioni: nel 1838, Bruges venne collegata alla neonata rete ferroviaria belga. La stazione si trovava allora sulla Piazza ‘t Zand. Gli inglesi che si recavano in treno in visita a Waterloo, teatro della disfatta di Napoleone, si fermavano a Bruges per pernottare. E molti vi si stabilirono definitivamente. Il risultato fu una forte presenza inglese in città, una sorta di colonia, che andò di pari passo con la rivalutazione dell’antica architettura gotica in mattoni, tradizionale, in opposizione agli stili francesi di voga al tempo. La riabilitazione dello stile gotico e la sua imitazione ha fortemente influenzato l’aspetto e l’atmosfera generale di Bruges. Ancor più, ha fatto sì che la città ottenesse un’omogeneità architettonica sul piano visivo. I lettori del romanzo “Bruges-la-Morte” (1892) di Georges Rodenbach scoprirono Bruges quale luogo sonnecchiante, ma sorprendentemente misterioso. Soprattutto le foto che illustravano il romanzo incuriosirono i lettori spingendoli a visitare la città. E fu così che il meraviglioso patrimonio di Bruges fu riscoperto e la città mosse cauta i primi passi verso il turismo.
Spinta dal desiderio di collegamento con il mare, alla fine del XIX secolo l’amministrazione cittadina autorizzò la costruzione del nuovo porto cui fu dato il nome di Zeebrugge. Dopo un difficile inizio, nel XX secolo il porto si espanse, assurgendo a livello mondiale. Le due guerre mondiali lasciarono il centro storico pressoché intatto, ma terribilmente impoverito. Un visionario progetto di rigenerazione urbana negli anni 1970 riportò Bruges in auge per un
a seconda volta. Fulcro del progetto furono il restauro dei palazzi storici, il Cartina di Marcus Gerards (1561-1562) Monumento funebre di Maria di Borgogna, Museo Chiesa di Nostra Signora, Bruges 8 risanamento dei canali, più verde in città e la lotta alle auto. E fu un successo, perché ancora oggi Bruges viene considerata una delle città più belle e piacevoli in cui vivere.
Incredibile, ma vero, a Bruges è stato istituito un museo di ben tre piani, a chiaro scopo didattico (e... gastronomico!), che racconta per filo e per segno origini e glorie di uno degli alimenti principe della Nazione belga: le patatine fritte!
Per i belgi le patatine fritte sono un orgoglio nazionale, e guai a considerarle delle normali patatine fritte! Sono infatti più spesse, per poter mantenere la croccantezza esterna e la morbidezza interna, e vengono fritte due volte. Vengono inoltre scelte da varietà locali che hanno delle peculiarità uniche.
Da vedere, ma soprattutto consiglio di vagare per le strade, anche quelle meno affollate.
- Godshuis de Moor si tratta di case risalenti al 1480. In origine era un ospizio per infermieri, poi fu rilevato dalle corporazioni artigiane (muratori, falegnami e bottai). Ci sono foto con i loro simboli sul muro. Si passa davanti alla Dumeryklok è un omaggio al famoso fonditore di campane Joris Dumery (1715-1787). La campana, originariamente la campana antincendio della Torre di Halle, è stata installata nel 1988 su una palizzata di legno sulla piazza che portava anche il nome di Dumery. La campana viene suonata con il piede, dal 2017 da Erwin Van den Abeele.
- Poertoren e Minnewaterbrug: imponente torre medievale all'ingresso del Minnewater Park. Nel medioevo era utilizzata come deposito per la polvere da sparo, e faceva parte della antica cerchia di mura della città di Bruges. Minnerwater, luogo romantico per gli innamoratinhof, incantevole rifugio per chi è in cerca di tranquillità, non sorprende che questa oasi di pace e bellezza sia anche conosciuta come “Lago d’amore” (minne in olandese significa amore).
Eppure, la sua origine ha ben poco di poetico: nato in seguito alla canalizzazione del fiume Reie, il lago veniva utilizzato come porto fluviale e serbatoio d’acqua per i canali circostanti.
Proprio questa funzione (water van het gemeen, ovvero “acqua comune“) secondo un’ipotesi molto accreditata, avrebbe dato il nome al lago.
Oltre che per l’incanto e la magia del paesaggio, il Minnewater è famoso anche per ospitare una folta colonia di cigni. La presenza dei bellissimi volatili sulle rive del lago è legata ad un’antica leggenda. Si narra che nel 1488, la popolazione di Bruges giustiziò uno degli amministratori della città appartenenti alla corte di Massimiliano d’Austria.
Dal momento che lo stemma di famiglia dello sventurato recava l’effige di un cigno bianco, l’imperatore punì i cittadini obbligandoli a popolare di cigni i laghi e i canali della città, per l’eternità.
- Beginhof (visitabile da lunedì a domenica: 6:30 – 18:30) Un muro di protezione e un portale settecentesco - rigorosamente sbarrato dopo le 18:30 - preservano la tranquillità e la pace del Begijnhof “De Wijngaard”, un gruppo di case bianche raggruppate intorno ad un giardino alberato, un tempo abitate dalle beghine di Bruges, oggi sostituite dalle monache del’Ordine di San Benedetto. Il Beghinaggio “della vigna” di Bruges è uno dei pochi e meglio conservati complessi sorti intorno al XIII secolo proprio nelle Fiandre, come comunità semi-monastica di donne sole e vedove, spesso ricche, dedicate a Dio.
Come tutti i beghinaggi è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Fu  Margherita di Costantinopoli, contessa di Fiandra, a fondare nel 1245 il Begijnhof a Bruges al fine di riunire le beghine della città. Animata da un fervente spirito mistico, la piccola comunità di suore laiche conduceva una vita di preghiera e lavoro, ascesi e attività caritative.
Una delle abitazioni è stata trasformata in un museo per dare al visitatore un’idea dello stile di vita delle beghine. Nel 1584, un incendio distrusse la chiesetta duecentesca. Ricostruita nel 1609, è stata successivamente ristrutturata in stile tardo barocco.
- Zonnekemeers Gate (Het poortgebouw), sotto la porta entrare nella corte a sinistra Wevershof
- Het Zonnekemeers porta alla corte dei tessitori. Nel XVI secolo all'angolo della strada c'era un pub chiamato "Het Zunneken", da cui il nome. Se girate nella strada sotto il cancello arriverete alla "corte dei tessitori". La corte dei tessitori è una delle tante "fortezze" emerse a Bruges principalmente nel XIX secolo. Sui terreni posteriori, spesso con un collegamento molto stretto con la strada, furono costruite serie di case dai cosiddetti "proprietari delle baraccopoli" che li affittavano al proletariato. All'inizio qui c'era una distilleria di gin, intorno al 1850 divenne una fabbrica di farina di patate e furono costruite 34 case. Il nome wevershof deriva dal vernacolo. Nel XIX secolo, la popolazione povera che viveva nel "forte" era composta in gran parte da tessitori che svolgevano anche lavori domestici.
Passare la porta e girare a dx nel P e proseguire. Belle le viste sul canale!
- Kruispoort: la bianca porta è una delle quattro porte d'accesso conservate, a testimonianza della maestosa cinta muraria realizzata a difesa di Bruges nel 1297.
- Kruisvest: parco sul canale con 3 mulini a vento.
- Balstraat: il tempo si è fermato in questa via acciottolata fiancheggiata da casette operaie imbiancate a calce. Si potrebbe girare un vecchio film fiammingo. 
- Café Vlissinghe: in attività dal 1515 e il più antico pub di Bruges, con ampia scelta di birre.
- Huis Ter Beurze: edificio d'interesse storico, in quanto prima "borsa valori" moderna. Ai tempi in cui Bruges era una ricchissima città di commercianti - talmente potente che i rappresentanti delle sue corporazioni si permisero di ribellarsi al Re di Francia, che dominava le attuali Fiandre belghe, sterminando l'intera guarnigione dei suoi soldati di stanza in città durante la sanguinosa notte dei lunghi coltelli - in questa casa, di proprietà del signor De Beurs, vari commercianti si riunivano per scambiarsi lettere di credito e quindi diritti di acquisto su svariate merci. Dal nome del signor De Beurs deriva quindi il nome "borsa" inteso come mercato di beni e titoli mobiliari.
- De Burg: una delle piazze principali dei Bruges. Un tempo qui sorgeva il castello fortificato (burg) costruito per proteggere il centro abitato dagli attacchi dei Vichinghi, e la chiesa di San Donaziano, principale edificio sacro di Bruges.
La piazza era il cuore amministrativo e religioso di Bruges e, sebbene nulla rimane delle due costruzioni, i bellissimi edifici storici che la circondano ne sono la testimonianza. Primo fra tutti il trecentesco municipio gotico (Stadhuis), uno dei più antichi dei Paesi Bassi, con guglie, torrette e la facciata costellata di finestre e splendidamente decorata.
- Basilica del Santo Sangue: aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:15, ingresso gratuito. Da circa otto secoli, la Basilica del Santo Sangue di Bruges ospita un frammento del tessuto utilizzato da Giuseppe d’Arimatea per asciugare il sangue di Cristo dopo la crocifissione.
La sacra reliquia è contenuta in un flacone di cristallo di rocca posto all’interno di un piccolo cilindro di vetro sormontato da una corona d’oro a ciascuna estremità. L’adorazione della stessa è all’origine della storica Processione (la Heilig-Bloedprocessie) che si tiene ogni anno nel giorno dell’Ascensione per le strade del centro di Bruges. La Basilica è formata da due parti distinte: la cappella inferiore romanica di San Basilio (XII secolo), piuttosto cupa e quasi priva di decorazioni, dove sono conservate le reliquie del teologo greco, e la cappella superiore del Santo Sangue in stile gotico (XV secolo), impreziosita da affreschi e illuminata da bellissime vetrate.
Qui, una delle cappelle laterali custodisce, in un magnifico tabernacolo d’argento, la venerata reliquia del Preziosissimo Sangue.
Secondo la leggenda, fu il conte di Fiandra Diederik van de Elzas a portare a Bruges la reliquia al tempo della crociate in Terra Santa, tra il 1150 e il 1200.
E’ più probabile, invece, che il frammento sacro provenga da Costantinopoli che nel 1204 fu saccheggiata dall’esercito crociato di Baldovino IX. All’esterno della basilica, il piccolo Museo ospita il reliquiario in cui è posta la fiala del Santo Sangue durante la processione, e altri tesori appartenenti alla chiesa.
- Grote Markt: è il cuore pulsante della città di Bruges, grazie alle sue case con tipica guglia appuntita, le statue di Jan Breydel e Pieter de Coninck, due eroi della rivolta fiamminga contro l'occupazione francese, che campeggiano al centro della piazza, e la presenza di alcuni tra i più importanti monumenti della località.
- Cattedrale di San Salvatore: aperta dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 17:30 § sabato dalle 10:00 alle 13:00 dalle 14:00 alle 15:30 §
domenica dalle 14:00 alle 17:00.
Godshuizen (ospizio di carità), si tratta di piccole corti residenziali risalenti al medioevo e ancora oggi abitate: vi accoglieranno casette bianche con i tetti a punta, giardinetti curatissimi e pittoreschi, pace e silenzio. Erano gli artigiani o i borghesi benestanti che realizzavano gli ospizi per offrire un tetto agli anziani o ai bisognosi: così facendo, volevano assicurarsi un posto in Paradiso.
Per la notte ci spostiamo nell’area attrezzata gratuita di Aalter (51.0994, 3.3713)

X GIORNO: Gand
Esiste anche un’area di sosta che però non risulta né particolarmente attraente, né particolarmente comoda, per cui parcheggiamo in Zuidparklaan gratuitamente e andiamo in centro con il tram.
Gand ha il primato della città europea con più ristoranti vegetariani per abitanti. Proprio a Gand, tra l’altro, è nata la tradizione, poi diffusasi a livello mondiale, della “giornata vegetariana della settimana” e il giorno scelto il giovedì.
- Klein Begjinhof Non possiamo non iniziare la nostra visita dal "piccolo beghinaggio". Questo ha caratteristiche strutturali leggermente diverse dagli altri ed è stato trasformato in centro residenziale, comunque da vedere.
- De Krook la moderna biblioteca sul fiume che ha fatto discutere molto in città. Da vedere i vicini murales sul ponte su Brabandtam.
- Centro monumentale si concentra intorno alla Cattedrale (8:30 – 17:30) e al Municipio con Sint-Niklaaskerk e con il controverso Stadshal, un’opera del 2012 in vetro, legno e cemento degli architetti Robbrecht&Daem/Marie-José Van Hee, sede di concerti, performance e mercatini.
- Metselaarhuis, le statuette di sei ballerini che volteggiano mossi dal vento decorano i gradoni del timpano nella facciata della storica sede (XVI Sec.) della Corporazione dei Muratori.
- Il Werregarenstraat: il vicolo dei graffiti di Gand è una zona senza legge, il che significa che le menti creative possono liberamente dare sfogo alla loro arte. C'è una sola regola da seguire: non rovinare le belle opere!
Sbuchiamo davanti alla Sint-Jacobskerk (13:30 – 17:30), e alla vicina Vrijdagmarkt. Al centro della piazza, si trova la statua di Jacob van Artevelde, che sembra abbia il braccio proteso verso l'Inghilterra, in ricordo di un passato glorioso. Inoltre, la piazza è famosa perché è qui che, sempre in passato, venivano accolti i reali.
Tuttavia, questo luogo nasconde anche dei tristi ricordi, poiché era il luogo deputato a giustiziare chiunque venisse condannato.
Attraverso la Korenmarkt, ampia piazza pedonale, giungiamo nella zona dei canali. Costeggiamo il fiume Lys, girovaghiamo nel caratteristico quartiere di Patershol e sbuchiamo di fronte al fiabesco castello di Gravensteen.  Poi percorriamo il Korenlei, spettacolare lungofiume sul Leie, tra il ponte delle Erbe e quello di San Michele sorgono due banchine gemelle, la Graslei e la Korenlei. I loro nomi significano riva delle erbe e riva del grano, a indicare come in epoca medievale fossero il fulcro degli scambi commerciali.
Per la notte ci spostiamo nell’area di sosta gratuita a Lennik (50.8074, 4.1637), 4 posti ufficiali, ma si può sostare anche nel P limitrofo.
Attenzione ad individuare il carico dell’acqua che è sul muro, e lo scarico tra i parcheggi auto, vicino all’ingresso della zona camper.
E’ un luogo di ritrovo per i ragazzi, per cui c’è rumore... fino a tarda notte!

XI GIORNO: Foresta di Hallerbos (Foresta Blu)
È l’ultimo giorno di vacanza e nel pomeriggio cominciamo il viaggio di ritorno.
L’ultima tappa la dedichiamo ad un altro luogo particolare, la foresta di Hallerbos che da metà a fine aprile si tinge di azzurro.
In quei giorni Hallerbos diventa un regno fatato: merito della fioritura di Hyacinthoides non-scripta, una specie che ricopre come un tappeto tutto il sottobosco. Il terreno diventa blu tendente al viola. Sono le piccole campanelle del fiore che spuntano tutte insieme e regalano una visione indimenticabile, soprattutto durante le prime ore del giorno e le ultime, verso il crepuscolo, quando i raggi caldi del sole entrano tra le chiome dei faggi.
Collegandosi al sito https://www.hallerbos.be si ha l’aggiornamento in tempo reale della situazione della fioritura.
Purtroppo noi siamo arrivati negli ultimi giorni, quando ormai la fioritura stava scemando e le felci ricoprivano di verde il sottobosco, non permettendoci di godere appieno del luogo. Torneremo in un periodo più idoneo.
Esistono vari P intorno alla riserva, tutti solo diurni e gratuiti, noi abbiamo parcheggiato al parcheggio P2 segnalato su maps.
Poi, su facili sentieri, ci si inoltra nel bosco.

CONCLUSIONI
Abbiamo visto un Olanda insolita durante la Festa del Re, colorata con i suoi campi fioriti (meglio però andare verso la metà di aprile), uscita da un negozio di lego nel sobborgo di Zaandam e divisa da una matita impazzita nei paesi di Baarle-Nassau (NL) e Baarle-Hertog (B).
Affascinanti città medioevali in Belgio, assaggiato le patatine migliori e gustato una grande varietà di birre, per finire nel fiabesco bosco della Foresta di Hallerbos (anche se a inizio maggio stava già sfiorendo).
L’Olanda, pur non essendo il Paese più ospitale per i veicoli ricreazionali (in inglese RV), offre comunque varie soluzioni di sosta notturna (nessun problema di giorno).
Sicuramente più accogliente il Belgio con poche limitazioni e un numero discreto di aree di sosta.