DIARIO ALSAZIA
Abbiamo già visitato l’Alsazia in primavera e in autunno ed è sempre bellissima, ma a Natale, i fiabeschi villaggi assumono un’atmosfera ancora più magica con decorazioni che superano, a volte, l’immaginazione.
Se amate le decorazioni e lo spirito natalizio, questo è il vostro posto, ma anche se siete meno interessati (come il sottoscritto), non resterete indifferenti.
È mancata solo la neve per completare la magica atmosfera natalizia.
Prezzo da pagare l’affollamento, specie nei weekend.
VIAGGIO
Per circolare in Svizzera serve la vignetta (40 franchi svizzeri per anno solare, da dicembre dell’anno prima a gennaio di quello dopo) per mezzi fino a 3,5 t.
Conviene farla direttamente in frontiera e non all’autogrill per evitare le spese di commissione.
In alcune aree di sosta autostradali è vietato il pernottamento o è a pagamento.
In alternativa si può dormire nei parcheggi in autostrada.
Se viaggiate in periodi di grande traffico potreste trovare code chilometriche al traforo del San Gottardo.
Il gasolio è più caro che in Italia o Francia
Le autostrade francesi dal confine svizzero fino a Strasburgo sono gratuite.
SOSTE
Come d’abitudine in Francia non ci sono problemi anche se in questo periodo alcune zone sono regolamentate per il forte afflusso di turisti.
I GIORNO
Partiamo dopo cena e ci fermiamo in Svizzera per la notte.
II GIORNO
EGUISHEIM – TURKHEIM
Eguisheim
È il primo paese che visitiamo, è sabato pomeriggio e il centro è intasato di auto.
Riusciamo comunque a trovare posto non lontano dal centro in un
P gratuito buono anche eventualmente per la notte in Rue de Tonnelier.
Esiste anche un’AA (N 48°2’29.1336” E 7°18’35.4312”), al costo di 23 €. Non l’abbiamo presa in considerazione visto che non abbiamo pernottato, anche perché, probabilmente sarebbe stata piena.
Il centro cittadino è affascinante con le sue vie strette, le piazzette, case a graticcio colorate che sembrano fatte di marzapane, chiese gotiche, il tutto addobbato in maniera molto barocca, con grandi peluche appese alle facciate e decorazioni fantasiose in quantità che noi non siamo abituati.
La sera poi tutto assume un aspetto ancora più affascinante.
Non mancano ovviamente bevande calde per scaldarci e ghiottonerie di ogni tipo.
Eguisheim è una tra le cittadine più affascinanti.
In serata ci spostiamo nella vicina e più piccola Turkheim.
Turkheim
La cittadina dispone di un P riservato ai camper (N 48°5'7.2276” E 7°16'35.958”), senza servizi, a 5€/ 24 h (no tariffa oraria), attaccato alla ferrovia, ma di notte non passano treni. Il posto è un po' rumoroso dal mattino presto perché vicino ad una strada e per la ferrovia, ma è comodissimo per la visita.
Il centro storico è piccolo e raccolto intorno alla piazza con Hotel de Ville e chiesa e la via principale (Grand Rue).
Di sera c’è poco affollamento, ma il tutto è reso più affascinante dalle luminarie che, in alcuni casi, proiettano delle storie sui muri.
Nottata tranquilla.
III GIORNO
COLMAR – KAYSERSBERG
Colmar
È domenica e al mattino c’è poco traffico e trovare parcheggio per il nostro furgone di 6 metri non è troppo difficile, esiste comunque un’area di sosta a pagamento e P dedicati sempre a pagamento.
Colmar è una città tra le più affascinanti di Francia e con alcune curiosità.
Colmar ha una doppia anima, infatti è sia tedesca che francese ed è stata più volte contesa. La città di Colmar ottenne lo status di libera città imperiale nel 1226 dall’imperatore del Sacro Romano Impero. Nel XV e XVI secolo fu nel suo periodo d’oro infatti trovò ricchezza grazie ai suoi mercanti, l’agricoltura e tutta la produzione di vino. Tuttavia, la storia moderna di Colmar non inizia davvero fino al 1673, quando i francesi conquistarono la città. Dopo l’unificazione tedesca nel 1871, l’intera regione dell’Alsazia (compresa la città di Colmar) fu rivendicata dai tedeschi. Rimase tale fino a quando non fu restituita ai francesi dopo la Prima Guerra Mondiale. Dopodiché, i tedeschi occuparono l’Alsazia e la regione tornò a far parte della Francia in seguito alla Seconda Guerra Mondiale. Voltaire, che visse a Colmar nel 1753 per lavorare al
Annales de l’Empire, descrisse la città come “una città metà tedesca e metà francese”.
Tra le cose da vedere sicuramente da non mancare:
_ Eglise des domenicains (10 -13 15 – 19 Lu chiuso, custodisce il capolavoro dell’artista Martin Schongauer ovvero
La Vierge au Buisson de Roses.
_ Place de la Cathedral (9 – 18 , Lu chiuso). L’attuale edificio in stile gotico, costruito tra il 1234 e il 1365, sulle rovine di un’antica chiesa romanica dal colore giallo ocra dovuto alla pietra arenaria dei Vosgi, è sormontato da un tetto di tegole rosse, gialle e verdi, caratteristica di alcuni degli edifici più antichi della città. All’interno della chiesa di San Martino, i tesori abbondano dalle vetrate del XIII secolo, uno splendido organo del 1755 realizzato da Johann Andreas Silbermann e come un Crocifisso in legno risalente al XIV secolo. Dal 1840 la cattedrale di San Martino è stata riconosciuta come Monumento storico di Francia.
_ Tribunal Judiciaire è un altro edificio degno di nota nel centro di Colmar. Fate attenzione a individuare anche la piccola statua
Manneken Pis Colmar sul lato nord della facciata dell’edificio. È una replica della famosa statua, simbolo di Bruxelles. Fu donata a Colmar da Bruxelles nel 1922, per commemorare le sofferenze subite da entrambe le città durante l’occupazione tedesca.
_ Marchè Couvert (8 -18 Lu chiuso), buono anche per mangiare o per assaggiare prodotti locali.
_ Petit Venise, zona di canali con possibilità di escursioni in barca, la più caratteristica della città.
Girovagando per la città poi si incontrano edifici e scorci particolarmente suggestivi e, in questo periodo, riccamente addobbati.
_
Statua della Libertà. Uscendo verso nord, sull’Avenue Meyer si incontra, ad una rotonda, una copia alta 12 metri della Statua della Libertà. Lo scultore progettista, Frederic Auguste Bartholdi, nacque a Colmar e il comune gli ha dedicato quest’opera nel 2004, per commemorare il centesimo anniversario della sua morte.
Per la notte ci dirigiamo a Kaysersberg
verso l’AA, N 48°8’10.32” E 7°15’42.948”, a 10 €, in zona tranquilla e vicina al centro. Sono pochi i P disponibili in questo periodo.
IV GIORNATA
KAYSERSBERG – RIQUEVIR – RIBEAUVILLE
Kaysesberg è un bel borgo fortificato e cinto da mura.
Riquewir
È probabilmente il villaggio più caratteristico e più affollato, ma è da vedere assolutamente.
Parcheggiamo gratuitamente all’inizio di Rue de Horbourg a circa 1 km dal centro e, in effetti, la scelta si è rivelata corretta.
Riusciamo a trovare posto abbastanza facilmente (in centro i P, a pagamento sono tutti pieni) ed evitiamo gli ingorghi.
Girate e esplorate anche gli angoli più nascosti del paese, scoprirete ottimi scorci e poco affollamento.
Ribeauville
Raggiungiamo Ribauville che ormai comincia a fare buio. Il piccolo centro storico è piacevole e illuminato fiocamente assume un aspetto particolare, anche perché in giro c’è ormai poca gente.
Troviamo parcheggio gratuitamente in Rue Landau, non lontano dal centro (è comunque presente anche un’area di sosta).
Per la notte ci spostiamo a Selestat
dove troviamo posto senza troppe difficoltà e gratuitamente in una zona poco lontano dal centro storico (N 48°15’22.3164” E 7°27’19.332”), anche se un po' rumorosa al mattino.
V GIORNO
STRASBURGO – SELESTAT – BERGHEIM
Da
Selestat decidiamo di andare a Strasburgo in treno.
La stazione è a un km circa e i collegamenti veloci (avevamo già utilizzato il treno con mio figlio quando avevamo percorso l’Alsazia in bici e camper, essendo tra Starsburgo e Colmar).
E’ comodo, ma non particolarmente economico, potrebbe valere la pena fermarsi in un’AA più vicino, anche in Germania, e poi andare con mezzi pubblici.
Strasburgo
Avevamo già visitato la città ma rimane sempre affascinante, specialmente in questo periodo.
Le cose da vedere sono molte e un giorno è sicuramente poco.
Da non mancare:
_ Barrage Vauban, una casa-diga che prende il nome dell’ingegnere militare che l’ha progettata ed ebbe l’idea di utilizzare l’acqua per inondare tutta la parte sud di Strasburgo in caso di attacco nemico.
Attraverso il Ponte Coperto (ora senza copertura) arriviamo al quartiere della
Petite France, una serie di canali che costituiscono uno degli angoli più pittoreschi della città.
_ Place de la Cathedral. Nella piazza, oltre alla Cattedrale, da cui prende il nome, colpisce subito la sagoma della
Maison Kammerzell, la più bella casa di Strasburgo che il ricco commerciante di formaggi Bronn si fece costruire su alcune botteghe in pietra (ancora visibili). Questa meravigliosa casa a graticcio è realizzata nel tipico stile architettonico dell’Alsazia. La parte superiore, che ospitava l’abitazione e il magazzino di Bronn,
è realizzata tutta in legno, impreziosita da 75 finestre e decorata con animali, guerrieri, figure grottesche, affreschi e scale a spirale.
Prende il nome dal mercante Kammerzell che l’acquistò nel 1806. Oggi la casa ospita un famoso ristorante di Strasburgo.
_ La Farmacia del Cervo, risalente al 1268, si trova proprio all’angolo con la casa ed è la più antica di Francia.
_ La Cattedrale è una delle più alte espressioni del gotico in Europa, “
prodigio di grandezza e leggiadria” come la definì Victor Hugo. Il portale della facciata è considerato la più grande
Bibbia del Medioevo per la straordinaria forza narrativa e simbolica. Sopra il portone sono scolpiti episodi della
Vità di Gesù, negli archivolti alcuni episodi di vita sacra, ancora più in alto troneggiano le figure di Re Salomone con 14 leoni poi della Vergine col Bambino. L’interno è semplice ma molto ampio con tre protagonisti assoluti: le
vetrate colorate, l’Orologio astronomico del 1572 che ogni giorno alle 12.30 (l’orologio è in ritardo è segna le 12) mette in moto un meccanismo con Cristo Benedicente, la processione degli Apostoli e un gallo che canta 3 volte. Infine, davanti all’orologio c’è il
Pilastro degli Angeli con 3 ordini di statue.
Questo solenne luogo di culto, la cui costruzione si protrasse per ben 400 anni, è l’edificio più alto d’Europa, grazie al suo campanile di 142 metri. Il tempio, eccellente espressione del più puro stile gotico, stupisce, oltre che per l’innegabile fascino, per l’ottimo stato di conservazione delle sue sculture e gargolle esterne. Inoltre, tra le sue mura spiccano il sontuoso organo, il rosone minuziosamente decorato e, naturalmente, l’orologio astronomico del secolo XVI.
_
Place du Marché-aux-Cochons-de-Lait; in passato era un'area mercantile, dove l'attività più redditizia era la compravendita dei maialini di latte di Strasburgo
_ Parlamento e Consiglio d’Europa; si tratta di moderne architetture, ma vale la pena di vederle per l’importanza che rivestono,
_ Place Kleber si trasforma in questo periodo in un enorme mercatino di Natale.
Selestat
Merita una visita veloce il suo centro storico non è grande.
Proseguiamo fino a Bergheim dove ci sistemiamo per la notte nel P ( N 48°12’20.1636” E 7°21’30.168” ), accanto alla porta d’ingresso. Buono per mezzi non troppo grandi. Breve giro nel paese illuminato.
VI GIORNO
BERGHEIM – ERBESMUNSTER – MONT SAINT ODILE – MITTELBERGHEIM
Bergheim
E un piacevole e tranquillo villaggio con una passeggiata sulle mura intatte.
Ebermunster
È un piccolo borgo agricolo con una Abbazia che è uno dei rari esempi di barocco tedesco in Francia. Nel ricco interno colpiscono gli stucchi, gli affreschi policromi, l’organo e i confessionali.
Mont Sainte-Odile
Il bel tempo ci invita a salire al convento del Monte Sainte-Odile, importante luogo di pellegrinaggio dedicato alla santa patrona dell'
Alsazia. Arroccato ad un'altitudine di 763 metri, vicino a
Obernai, questo sito religioso che domina la pianura dell'Alsazia accoglie ogni anno molti turisti e pellegrini. Rende omaggio a Odile de Hohenbourg, una nobildonna merovingia che fu fondatrice e badessa del monastero di Hohenbourg, costruito nel VII secolo sulla cima della montagna. Si possono vedere la tomba della santa e diverse cappelle: la Cappella delle Lacrime, dove si dice che Odile abbia pianto la morte di suo padre, o la Cappella degli Angeli del XII secolo, che offre un effetto suggestivo grazie alla sua sporgenza sulla scogliera. Dalla terrazza del convento, che è dotata di due tavoli di orientamento, si ammira uno stupendo panorama della foresta circostante, della pianura dell'Alsazia e, nelle giornate senza nuvole, anche della Foresta Nera. Tramite un breve sentiero si può raggiungere la famosa sorgente miracolosa annidata sotto il convento è ritenuta in grado di curare tutti i problemi agli occhi. Si dice che Santa Odile l'abbia fatta sgorgare con il suo bastone per aiutare un cieco in difficoltà.
La strada d’accesso non presenta alcuna difficoltà e, una volta arrivati ci sono più possibilità di P gratuiti. Vietato il pernottamento.
Nei dintorni è possibile fare piacevoli escursioni.
Mittelbergheim
Un comodo e gratuito, anche se non particolarmente ampio, parcheggio ci accoglie al cimitero, all’ingresso del villaggio con ampia vista sui vigneti e possibilità di escursioni. Buon posto per pernottare.
Mittelbergheim è un tipico borgo di campagna con numerose cantine e rientra nel circuito dei villaggi più belli di Francia (come altri tra quelli visitati).
Nel periodo dell'Avvento il paese si anima con la preparazione del
"Bredelmarik", il mercatino dei dolci natalizi alsaziani. Biscotti tradizionali tipici della regione alsaziana, i famosi Bredele si distinguono dalle altre specialità di biscotti per la loro grande diversità. Il mercatino di Mittelbergheim ( non presente durante la nostra visita) è l'occasione per scoprire più di trenta varietà di questi dolcetti natalizi .
Girovagando per le vie del centro scopriamo, in un garage, una citroen 2 cv dell’ inizio anni sessanta, molto ben tenuta. Mentre la ammiriamo dall’ingresso del cancello il proprietario ci invita ad entrare e a vederla con calma dicendoci che la usa regolarmente.
Per la notte ci spostiamo nell’AA messa a disposizione dalla concessione camper Libertium a Benfeld.
Il posto è poco attrattivo e vicino alla superstrada ( ma va bene per una notte), offre 5 posti ( ma vicino c’è un P auto) , acqua e scarichi gratuiti, elettricità a pagamento.
VII GIORNO
OBERNAI – BOUXWILLER – HUNSPACH
Obernai
È
tra i villaggi più noti e importanti della regione.
Troviamo posto in un grande P gratuito ed autorizzato a passare la notte ( N 48°27’35.2836” E 7°29’10.356” ), un po' rumoroso, ma comodissimo per la visita.
Non delude chi cerca mercatini, negozi e idee regalo.
Senza essere tra le cittadine più caratteristiche, resta comunque piacevole da visitare.
Bouxwiller è un piacevole borgo, poco affollato, che può valere la pena di vedere. Purtroppo oggi il tempo è piovoso per cui ce lo godiamo poco.
In tarda serata raggiungiamo Hunspach e all'ingresso della città troviamo un ampio P gratuito, valido per il pernottamento.
VIII GIORNO
HUNSPACH – GENGENBACH – BREISACH AM RHEIN - FRIBURGO
Hunspach
È un villaggio agricolo tra i più belli di Francia, tipico dell’Alsazia settentrionale caratterizzato da grosse abitazioni a graticcio bianche, in contrapposizione ai paesi colorati finora incontrati.
Hunspach è un tipico villaggio dell'Outre -Forêt , una regione naturale composta da basse colline e lunghe terre coltivate. L'agricoltura è per certi versi l'attività fondante del paese. Quasi esangue alla fine della Guerra dei Trent'anni, Hunspach deve la sua salvezza ad alcuni profughi francesi e immigrati svizzeri ai quali furono concesse terre per una somma molto modesta. Con le risorse locali – argilla e legno della vicina foresta di Haguenau – costruiscono case simili a quelle del loro paese d'origine. Ancora oggi Hunspach e i suoi abitanti vivono della terra e mantengono il loro habitat tipico. Il villaggio è composto da numerose fattorie i cui edifici sono organizzati attorno ad un cortile aperto sulla strada e affacciato direttamente sui frutteti e sui campi circostanti (a differenza di altre regioni dell'Alsazia dove il cortile è circondato da un alto muro). Ai piedi del campanile in arenaria rosa del tempio, le case a graticcio del XVIII e XIX secolo con i cosiddetti tetti “a naso rotto” offrono una bella armonia. Nella bella stagione il borgo si adorna dei colori dei gerani che sbocciano nelle aiuole e su molti davanzali.
Quando passeggiate per le vie del villaggio di Hunspach, la vostra curiosità di ammirare gli interni delle case non sarà ripagata! Infatti, le finestre dei piani inferiori delle case sono adornate con
vetri curvi che permettono ai residenti di vedere fuori senza essere visti e danno al visitatore un riflesso distorto di se stessi.
Gengenbach
Abbandoniamo la Francia e lungo la strada del ritorno facciamo tappa in Germania.
A Gengenbach è presente un’AA, noi parcheggiamo gratuitamente vicino alla stazione (N 48°24'17.766” E 8°0'33.1164”) ottimo per visitare il paese, ma è vietato pernottare.
Gengenbach ha un piccolo, ma piacevole centro colorato e addobbato con relativo mercatino natalizio.
Da notare il Municipio
o Rathaus, sulla piazza del mercato, è un palazzo che risale al XVIII secolo. Sulla facciata si trovano in alto le figure della Giustizia e della Prudenza e, tra queste, un’aquila con lo stemma della città.
Il municipio di Gengenbach ha un
primato molto particolare: diventa il
Calendario dell’Avvento più grande del mondo. A Natale, le sue 24 finestre, tutte uguali, si trasformano in un calendario dell’avvento che brilla nella notte. E dal dal 30 novembre al 23 dicembre, ogni sera alle 18:00,
si ripete lo spettacolo. All’inizio il municipio è buio, poi si accende una luce, altre luci colorate la seguono e si rincorrono sulla la facciata, dando vita a varie figure. Tutti i giorni si apre una finestra, fino al completamento del calendario, quando il Municipio risplende nel buio ed è tutto illuminato.
Ogni anno le finestre sono decorate in base ad un tema diverso.
Altra attrazione la chiesa con gli stupendi interni con affreschi policromi.
Breisach Am Rehin
Ci fermiamo nell’AA sul Reno, gratuita di giorno e a pagamento di notte, non lontano dal centro.
Distrutta quasi completamente durante la seconda guerra mondiale, è stata ricostruita abbastanza fedelmente e rimane una piacevole cittadina da visitare pur non avendo attrattive particolari.
Bella la Marktplatz, si attraversa la
Gutgesellentor, la porta presso cui nel 1415 l’antipapa Giovanni XIII fu catturato mentre fuggiva dal Concilio di Costanza che l’aveva appena deposto
, e si sale alla panoramica
Cattedrale St. Stephanus (9:00 – 18:00) in stile romanico e gotico al cui interno si può ammirare il ciclo di affreschi, piuttosto sbiaditi, sul Giudizio universale (1491) di Martin Schongauer e il magnifico trittico dell’altare maggiore (1526) in legno di tiglio
.
Bel panorama sul paese e sul Reno e sulla Francia e da dove ci godiamo un bel tramonto.
Ci spostiamo quindi in serata a Friburgo. La città ha una zona verde nella zona centrale, per cui troviamo posto in Bissierstrasse, vicino alla stazione di polizia, 8€/24 h compreso biglietto del tram che ferma vicino. Parcheggi per mezzi massimo 6 metri e di giorno è pieno, basta allontanarsi lungo la via per trovare posti anche per mezzi più lunghi.
IX GIORNO
FRIBURGO
Pur meno caratteristica dell’omonima città svizzera, Friburgo è una bella città da visitare.
"Chi entra da forestiero a Friburgo rimane piacevolmente sorpreso dai tanti ruscelletti che scorrono cristallini lungo le strade". (Descrizione della città risalente all’anno 1896)
_
Bächle. Nel corso delle vostre passeggiate vi imbatterete in alcuni ruscelletti molto originali, “decorati” con barchette colorate, biciclette, papere, stivali da pioggia, ponticelli e tanti altri elementi che li personalizzano. Questi ruscelletti si chiamano Bächle, un termine svevo che sta a indicare proprio il diminutivo di “ruscello”, e hanno origini antichissime.
In estate sono un’attrazione divertente e rinfrescante per i bambini, che giocano a sfidarsi in avvincenti gare di barchette. La gorgogliante acqua dei Bächle, bassa e cristallina, è una tentazione a sguazzarci dentro non soltanto per i bambini. I canaletti alimentati dalle acque del fiume Dreisam scorrono lungo innumerevoli vicoli del centro storico e sono una vera calamita per le mani e i piedi – di grandi e piccini!
I primi Bächle furono costruiti nel XIII secolo, quando gli abitanti di Friburgo erano talmente terrorizzati dagli incendi da desiderare dell’acqua corrente sempre a disposizione, da poter prelevare nei pressi delle loro delicate case di legno. Fecero così deviare il corso del fiume Dreisam in questi piccoli canali di ogni dimensione che percorrono la gran parte del centro storico.
La pendenza naturale della città di Friburgo rende lo scorrere dell’acqua continuo e costante.
Con il passare dei secoli i Bächle hanno cominciato ad avere anche la funzione di garantire un costante apporto di acqua potabile in città e di acqua utile per le industrie.
Negli anni Settanta, con l’aumento delle auto in città, alcuni Bächle furono chiusi con delle grate, in quanto considerati pericolosi per la circolazione. Ma con la chiusura al traffico del centro storico e la completa pedonalizzazione, i Bächle sono tornati a nuova vita e caratterizzano in modo insolito e divertente la città di Friburgo.
Una curiosità: un detto popolare sostiene che chi dovesse distrattamente finire con un piede in un Bächle, è destinato a innamorarsi di una donna o di un uomo del posto e, quindi, a tornare a Friburgo!
_ Zunftzeichen le insegne dei negozi sono mosaici sui marciapiedi.
Questa tradizione risale al Medioevo e serviva a indicare l’attività commerciale o l’artigiano che occupava la bottega. Poiché molte persone, in quell’epoca, non sapevano leggere, queste immagini sui marciapiedi permettevano loro di riconoscere facilmente i negozi. Oggi, questi mosaici sono una caratteristica distintiva del centro storico di Friburgo
Con il tram arriviamo velocemente in centro. Come prima tappa vediamo la
_ Universitätsbibliothek, la biblioteca universitaria.
Qui tutti gli spazi sono stati appositamente studiati: oltre alle 1.200 singole postazioni, tutte con lucchetto per i computer portatili, prese a sufficienza e belle lampade, sono a disposizione comodi divani per lavori di gruppo e sale multimediali. Nel lounge, invece, ci si può perfettamente rilassare sulla confortevole poltrona di design firmata Vitra.
Per quanto riguarda l’esterno le opinioni sono contrastanti. I critici trovano esagerata la moderna architettura che spicca tra le costruzioni storiche come quella del teatro municipale o gli edifici dell’università. Altri, invece, definiscono lo scuro edificio di vetro un finissimo diamante nero sulla cui facciata si riflettono gli edifici storici creando una forte simbiosi tra la costruzione stessa e l’area circostante. Certo è che la nuova biblioteca universitaria è sulla bocca di tutti.
Sostenibile lo è in ogni caso perché consuma il 65% di energia in meno rispetto alla vecchia biblioteca universitaria e si rifornisce da sola di energia elettrica tramite un impianto fotovoltaico di 2.000 metri quadrati.
_ Martinstor è la
“Porta di San Martino” e la sua storia ci fa comprendere quanto questa città sia profondamente legata alla sua tradizione pur non rinunciando alla modernità.
Quando nell’Ottocento si rese indispensabile la realizzazione di una linea tranviaria, una parte della cittadinanza voleva la demolizione della Martinstor, considerata un ostacolo allo sviluppo del trasporto cittadino. Ma il sindaco Otto Winterer si oppose alla distruzione del “testimone della storia più antica di Friburgo” e, per non rinunciare al passaggio del tram elettrico sotto l’arco della porta, decise di innalzare la torre di ben 40 metri!
_
Markthalle merita una sosta culinaria, qui trovate numerose tavole calde etniche che vi permetteranno di fare un viaggio culinario intorno al mondo.
_ Bertoldsbrunnen, letteralmente fontana di Bertold, è uno no dei luoghi più cari ai friburghesi. Ma chi si aspetta una classica fontana con doccione e grande vasca rimarrà dapprima stupito davanti al famoso "Berti", il nome amorevolmente usato dai friburghesi per Bertoldsbrunnen.
Si tratta, infatti, non tanto di un monumento quanto dello snodo centrale delle cinque linee tranviarie all’incrocio tra Kaiser-Joseph-Strasse, la via dello shopping, e Salzstrasse. Forse anche per questo il "Berti" è il punto più movimentato e il luogo d’incontro numero uno a Friburgo.
Chi riesce ad attraversare la strada tra tram, turisti e residenti, trova qui un piedistallo di pietra calcare, alto quasi quattro metri, su cui poggia la statua astratta di un cavaliere di bronzo. Il monumento, dedicato ai duchi di Zähringen e chiamato Bertold in omaggio al duca fondatore della città, si erge in un piccolo e stretto bacino d’acqua. Fu inaugurato nel 1965 e sostituisce la fontana dei pesci distrutta durante la Seconda guerra mondiale.
"Ci vediamo alle sei al Berti": non dimenticate però di specificare su quale lato, per esempio "all’angolo LA". Alla "Löwenapotheke", LA in forma abbreviata, potrete così ritrovarvi velocemente in mezzo a tutto il trambusto del "Berti".
_ Rathausplatz è un'altro punto caratteristico della città
. Gli edifici a cui prestare attenzione però sono due. La città di Friburgo, infatti, può vantare la presenza di ben due palazzi del Municipio:
l’Altes Rathaus, ossia il Vecchio Municipio, e il
Neue Rathaus, il Nuovo Municipio, collegati tra loro da una passerella ed entrambi parte di un unico complesso amministrativo.
In realtà il vero antico palazzo del Municipio di Friburgo è un altro. Si tratta del Gerichtslaube (nella Turmstrasse) risalente al 1303, un edificio che il Re Massimiliano I considerava troppo piccolo, visto lo sviluppo crescente della burocrazia cittadina.
Nel 1559 si ultimò, quindi, la costruzione del Vecchio Municipio, un palazzo rinascimentale elegante e raffinato, caratterizzato dal tipico loggiato e da alcuni dipinti dai colori molto vivaci.
Purtroppo l’Altes Rathaus bruciò durante un attacco aereo nel 1944 e sopravvissero solo le mura esterne. La sua ricostruzione ha previsto degli ampliamenti interni e la realizzazione di facciate dipinte con il colore rosso della pietra arenaria locale.
Paradossalmente il Nuovo Municipio è un palazzo più vecchio dell’Antico Municipio. Fu, infatti, costruito tra il 1539 e il 1545 ma come parte dell’Università di Friburgo.
Nel periodo natalizio la piazza è invasa dai mercatini.
_ Munsterplatz e Munster s
imbolo della città è la sua magnifica cattedrale.
Quella di Friburgo rimarrà dunque la più bella torre sulla terra”. Con queste parole lo storico svizzero Jacob Burckhardt dichiarò, nel 1869, il primato assoluto della splendida
torre gotica del campanile della Cattedrale di Friburgo su tutte le chiese cristiane esistenti
Che cosa la rende l’edificio più amato dai cittadini?
Forse è il fatto che la sua costruzione richiese più di 300 anni. Per la progettazione ci volle un’incredibile lungimiranza e questo per generazioni e generazioni. La maggior parte dei costruttori non riuscì mai a vedere il risultato finale e dovette così sempre confidare che la Cattedrale venisse poi terminata come l’avrebbero voluta loro.
Forse, però, è anche la torre campanaria occidentale, alta 116 metri, che già nel 1869 venne definita dallo storico d’arte Jacob Burckhardt "la più bella torre sulla terra". Le possenti mura e i magnifici pilastri nella parte inferiore rappresentano il legame con la terra, mentre la guglia si staglia per contro verso il cielo. Fu la prima guglia completamente a traforo nella storia dello stile gotico ed ispirò quindi innumerevoli chiese europee sia dal punto di vista artistico che da quello architettonico.
Oppure è la vecchia Osanna che da 750 anni fa straordinariamente risuonare la Cattedrale? La campana dell’Angelus, che pesa tre tonnellate, è una delle campane più antiche della Germania. Il suo suono è inconfondibile: melancolico, forte e chiaro.
Girando intorno alla Cattedrale osservate i doccioni. Le 91 figure individualmente scolpite hanno il compito di proteggere le mura dall’accumulo di acqua piovana. Le gargolle del simbolo di Friburgo non hanno però solo lo scopo di canalizzare il deflusso dell’acqua, ma anche quello di tenere lontani gli spiriti maligni da questo luogo di culto. Ecco perché molte delle figure mostruose sono raffigurate con le bocche spalancate e nell’atto di urlare.
Altro aspetto interessante: le sue suggestive vetrate medievali, tra le poche in tutta la Germania ad essere in gran parte originali e non sostituite da copie. Il motivo? La chiesa riuscì miracolosamente a non subire danni durante la seconda guerra mondiale e quella che ammiriamo è proprio la stessa di 800 anni fa.
La bella piazza è invasa sia dai mercatini che da bancarelle dove si possono gustare i
Lange Rot, tradizionale salsiccia alla griglia. "Con o senza cipolla" è la domanda che vi viene rivolta quando la ordinate. Già nel 1951, infatti, Josef Föhrenbach arrostiva le cipolle insieme alla salsiccia per arricchirne l’aroma.
Tra i residenti la decisione "con" o "senza" sembra essere una vera questione di fede. La cosa certa è che chi ordina la
Lange Rote "spezzata in due" si fa subito riconoscere come turista perché un vero Bobbele (un friburghese doc) mangia la sua salsiccia preferita sempre intera, anche se ne spunta un bel pezzo dal panino.
La vicina Konviktskirche si fa notare per le particolari vetrate.
Saliamo lungo la Schlossberg, la collina del castello, da cui si gode una bella vista sulla città.
_ Schwabentor, la “Porta degli Svevi” sotto alla qua passiamo
perché si racconta che un giorno giunse dalla Svevia un commerciante di sale che, profondamente innamorato della cittadina di Friburgo, tentò di acquistarla portando con sé dei barili pieni di soldi.
Ma la moglie, contraria a questo inutile sperperio di denaro, aveva riempito i suoi barili di sabbia e pietre e, quando il commerciante si trovò ad aprire una delle botti, fu deriso dagli abitanti della città. A raccontare questa storia un dipinto situato su un lato della torre che ritrae l’espressione delusa del commerciante di sale accanto al suo carro.
_ Gerberau è il vicino quartiere, il più pittoresco della città di Friburgo. Qui nel Medioevo c’erano le antiche botteghe dei conciatori, degli artigiani e di altre corporazioni, la cui atmosfera è ancora oggi preservata grazie alla presenza di tipici negozi di abbigliamento, di artigianato locale e pelletterie. A rendere ancora più affascinante il quartiere di Gerberau, il canale Gewerbekanal, più grande di quelli che attraversano la città, che ha conferito a quest’area della città l’appellativo di
“Klein Venedig”, ossia “piccola Venezia” (in realtà di Venezia c’è ben poco).
Le acque di questo canale servivano soprattutto ai conciatori, ai mugnai e ai pescatori del posto per poter svolgere il loro mestiere.
Ma fate attenzione: passeggiando lungo il canale potrete notare un coccodrillo in pietra che spunta dall’acqua, pronto a inquietare i passanti più distratti, e in effetti, ad un primo sguardo, sembra vero.
Girovaghiamo ancora un po' per le piacevoli vie cittadine e poi riprendiamo la strada di casa.