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Francia centro meridionale in camper

Festa rom a Saintes-Maries-de-la-Mer, saline rosa, foresta di bambù, gole del Tarn, paesini occitani. Tanti luoghi più o meno noti in una grande varietà naturale ed artistica.

Durata: 23/05/2025 - 08/06/2025 (16 gg.)

Equipaggio: Non specificato

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Pubblicazione: 03/09/2025

FRANCIA CENTRO-MERIDIONALE

Ogni anno, il 24 e 25 maggio, il popolo gitano si ritrova a Saintes-Maries-de-la-Mer per festeggiare la propria patrona, Santa Sara, con 2 giorni di festa .
Per tutto il periodo che precede la festa (una settimana), le strade della città si riempiono di gitani colorati e pittoreschi che tornano qui non solo per le funzioni religiose, ma anche per incontrarsi, festeggiare e battezzare i figli nella chiesa delle Saintes Maries.
Girovagando per il paese si incontrano cantanti e piccole orchestre improvvisate, tradizionali carri rom accanto a moderne caravan, artigianato vario, cuochi che preparano padelle enormi di paella, personaggi in costume, ecc.
L’apice della festa è il 24 maggio con la messa e la processione che, partendo dalla cattedrale del paese accompagna la statua di Santa Sara (appositamente vestita ed ornata di gioielli) fino al mare dove viene benedetta nelle sue acque, scortata dai cavalieri della Camargue e da una folla festante e chiassosa.
Il giorno dopo si replica portando al mare le statue delle 2 Maries (Marie Jacobè e Marie Salomè) che secondo la leggenda sarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva Sara la Nera.
Diverse leggende narrano che una barca sulla quale si trovavano molti seguaci di Gesù di Nazareth in fuga dalla Palestina approdasse su questi lidi dopo le prime persecuzioni in patria e che qui questi personaggi portassero il credo cristiano, nel 48 d.C.
Il viaggio poi prosegue lungo le Gorges du Tarn, i paesi occitani fino ad arrivare alle soglie del Perigord.

I giorno: Saintes-Maries-de-la-Mer
Partiamo nel primo pomeriggio da casa e arriviamo a destinazione dopo mezzanotte.
Ci dirigiamo verso l’area di sosta fuori dal paese (N 43°26’59.2764” E 4°24’19.044”) dove riusciamo a trovare un posticino.

II giorno: Saintes-Maries-de-la-Mer
L’area di sosta, situata praticamente sul mare dal quale è divisa da un cordone di dune, è ampia e offre i servizi essenziali senza elettricità, al costo di 16 euro a notte ( si paga al mattino successivo se si arriva in serata). Nel prezzo è compreso il gettone per caricare l’acqua, anche se al momento della nostra visita questa funzionava liberamente. Molto comodi i 3 punti del C/S.
E’ possibile aprire tendalino e tavolini, ma l’area è priva di ombra.
Dista circa 2 km dal paese dal quale è collegata da una pista ciclo pedonale.
Per l’occasione, oltre all’area di sosta in centro paese, vengono allestite altre zone attrezzate con elettricità ed acqua, ma sono riempite dai mezzi del popolo rom.
E’ possibile sostare gratuitamente anche nei parcheggi sulla strada limitrofi all’area di sosta dove, in questi giorni, vengono aperte le sbarre.
In tarda mattina ci dirigiamo a piedi in paese, la cerimonia religiosa e la processione iniziano alle 15 e ne approfittiamo per girovagare tra gli accampamenti rom e le vie del centro immergendoci nel clima di festa che si respira.
La ore passano veloci accompagnate da piccole orchestre da strada, improvvisati cori e personaggi caratteristici.
Il clima caldo e soleggiato invita a un po' di relax in spiaggia con qualcuno che si avventura nei primi bagni di stagione nel mare ancora freddo.
Ci dirigiamo verso la cattedrale ben prima dell’inizio della processione per riuscire a conquistare un posto decente tra la folla crescente.
Dall’interno arrivano le voci e i canti della funzione religiosa, mentre all’esterno gruppi di volontari mostrano al pubblico immagini della santa e una sacra bibbia su cui i fedeli esprimono le loro preghiere in un clima sempre più mistico.
Arrivano quindi i gardian ( mandriani a cavallo che sorvegliano le mandrie) nei loro abiti tradizionali e in sella ai bianchi cavalli della Camargue che scorteranno la statua di Santa Sara fino al mare.
Capitanata dal vescovo e da un gruppo di fedeli indossanti una tunica azzurra, la statua della protettrice del popolo rom esce finalmente dalla chiesa e la processione inizia seguita da una marea di persone in cui ci infiliamo anche noi.
Facendosi strada tra ali di folla sempre crescente si arriva alla affollata spiaggia fino ad entrare nel mare dove l’attendono cavalieri e fedeli, anche loro nell’acqua.
Finita la pausa religiosa ricomincia la festa che si protrae per tutta la serata.

III giorno: Aigues-Mortes – Anduze

Avendo già visitato la Camargue in altra occasione, decidiamo di non assistere alla replica della processione (programmata per la mattinata) dedicata alle due Marie, così, dopo aver acquistato lungo la strada ottimi prodotti locali come birre artigianali, il caratteristico vin de sable (ottenuto da vitigni coltivati sulla sabbia e dal gusto delicato) e l’immancabile salame di toro (dal sapore molto deciso) ci dirigiamo verso Aigues Mortes, celebre città medioevale caratterizzata da una bella cinta muraria integra.
Esiste un'area di sosta a pagamento o, verso la periferia, altre possibilità di parcheggio (sempre a pagamento).
Noi ci dirigiamo al parcheggio (gratuito per i visitatori, solo nell’orario di apertura) delle saline a circa 2 km dal centro.
Aigues Mortes è una piacevole cittadina caratterizzata, oltre che dalla cinta muraria, dalla pietra chiara di case e palazzi e da piazze piantumate e ombrose dove è piacevole da girare, pur non vantando particolari monumenti. É possibile percorrere il cammino di ronda a pagamento.
Lasciato il centro andiamo a visitare le saline, tra le più grandi d’Europa.
Aperta tutto l’anno è possibile entrare e girare liberamente a piedi (9,40 €) con percorsi da 4 km, con un trenino (13,40 €) o in bicicletta a prezzi molto più elevati, oltre a varie visite guidate.
Le acque basse e salate ospitano una vasta fauna ( soprattutto uccelli acquatici), ma le caratteristiche di questa salina sono 2:
1 - Fleur de Sel di Camargue, ogni estate, quando il vento si placa, una sottile pellicola di cristalli si forma sulla superficie delle acque salate. È così che nasce la Fleur de Sel, raccolta a mano dai salinai.
2 – Colore rosa a causa della presenza di un'alga microscopica chiamata Dunaliella salina. Quest'alga prospera in ambienti ad alta concentrazione di sale e il suo pigmento rosso/rosa conferisce alle vasche saline questa particolare tonalità. Questo fenomeno crea un paesaggio surreale e affascinante, particolarmente suggestivo nelle giornate soleggiate
Lo spettacolo dato dal colore rosa di molte delle vasche, la città murata di Aigues Mortes sullo sfondo, le montagne di bianco accecante del sale raccolto e l’azzuro del cielo è di quelli che lasciano un ricordo indelebile, specie dalla cima di una duna di sale sulla quale è possibile salire per godere di una vista ampia e a 360 gradi.
Non manca un piccolo bar e la possibilità di godere di un massaggio a bordo salina, oltre a un negozio dove non si può non acquistare una confezione di sale.
E’ ormai pomeriggio inoltrato quando lasciamo questo angolo particolare
Ci fermiamo per la notte ad Anduze che offre un’area di sosta gratuita vicino alla stazione (seguire attentamente i cartelli, non fermarsi al piazzale della stazione, dove è presente il C/S. gratuito, essendo vietato ai camper).
Dalla stazione partono 2/3 volte alla settimana treni storici (a vapore o diesel) nel Parc des Cevennes (https://www.trainavapeur.com/).
Il piccolo centro storico merita una visita veloce.

IV giorno: Foresta di bambù  - Le Pont-de-Montvert

Visitare la Bambouseraie en Cévennes (https://bambouseraie.fr/ ) significa fare un salto nel sud-est asiatico.
Classificato tra i giardini più belli di Francia, il Giardino di Bambù delle Cevenne vanta oltre 1.000 varietà di bambù, alberi e piante provenienti soprattutto dall’Asia.
E’ un viaggio straordinario in un mondo a noi lontano e permette di scoprire le eccezionali caratteristiche dei bambù e di altre specie vegetali a noi poco note o sconosciute nella loro forma originale ( es. cacao, caffè ecc.).
Un ecosistema unico con oltre 200 piante provenienti dall’Asia e dal Nord America, nato a metà ‘800 dal sogno del botanico e commerciante di spezie Eguene Mazel. Sapientemente allestito dagli esperti botanici, il parco ospita inoltre un gigantesco ginko biloba, sequoie, giardini giapponesi e vasche di ninfee e fiori di loto, palme cinesi, ed è dotato di un complesso sistema di irrigazione.
La più grande foresta di bambù della Francia nasce nel lontano 1856, quando il botanico Eugene Mazel cominciò ad importare e trapiantare specie esotiche dalla Cina, dal Giappone, dall’America del Nord e dall’Himalaya. In seguito alla sua morte, la famiglia Nègre acquisto la tenuta, espandendola fino agli attuali 34 ettari, 15 dei quali occupati dal parco.
Altre attrazioni sono comprese nel parco:
- Sequoie giganti
- passarella aerea di rete che sale fino a 8 metri di altezza
- giardino giapponese
- villaggio laotiano con la ricostruzione di abitazioni in bambù originali del Laos
- labirinto.
Considerate circa mezza giornata, costo 11 €.
Parcheggio gratuito anche notturno per camper (entrando tenere la destra).
Ci dirigiamo verso le Gorges du Tarn e ci fermiamo al Parking  (N 44°21’50.0364” E 3°44’43.512”) gratuito, in lieve pendenza, comodo per la visita e buono per la notte.
Situato lungo il Tarn, prima dell’inizio delle gole, Le Pont-de-Montvert è un piacevole paesino frequentato da escursionisti (punto tappa del sentiero che attraversa il Parco des Cevennes lungo le orme del libro “ Viaggio con un asino nelle Cévennes" di  Robert Louis Stevenson - quello dell’Isola del Tesoro -  pubblicato nel 1879, che racconta il suo viaggio a piedi attraverso la regione francese delle Cévennes, accompagnato da un asina di nome Modestine). 
Luogo di nascita di Papa Urbano V, il Pont de Montvert è noto per il suo ruolo nella storia francese: il 24 luglio 1702, fu qui che i ribelli protestanti, i Camisardi, decisero di combattere i loro oppressori. In questo giorno fatale, l'abate cattolico Cheyla fu giustiziato dalla popolazione e impiccato al ponte che attraversa il Tarn, a causa della sua violenta repressione della fede protestante. Uno dei capi della rivolta, un Camisardo di nome Esprit Seguier, fu anch'egli bruciato vivo in questa città, sulle rive del Tarn, per ordine delle autorità reali.
François de Langlade du Chayla (c. 1647 – 24 luglio 1702) fu l'abate cattolico francese di Chaila (o Chayla), arciprete delle Cevenne e ispettore delle missioni delle Cevenne . La sua brutale repressione degli ugonotti francesi (protestanti) mediante tortura causò il suo assassinio e diede inizio alla Guerra dei Camisardi .
Missionario in gioventù in Siam (l'odierna Thailandia ), lì subì quasi il martirio per mano dei buddisti, fu dato per morto, ma sopravvisse e tornò in Francia. La sua casa a Le Pont-de-Montvert servì da prigione per i protestanti che venivano torturati. [ 1 ] Come disse Robert Louis Stevenson , Chayla "...chiuse le mani dei suoi prigionieri su carboni ardenti e strappò i peli delle loro barbe, per convincerli che erano ingannati nelle loro [credenze religiose]."
PH Stanhope, nel suo Reign of Queen Anne (v. 1, pp. 104-105), scrive di lui: "Difficilmente si ricordano persecutori peggiori di M. de Baville, intendente della provincia, e dell'abate du Chaila, ispettore delle missioni e arciprete, come veniva chiamato, delle Cevenne. Quest'ultimo, tra le altre atrocità, era solito rinnovare sui suoi prigionieri i tormenti subiti dai primi cristiani durante il regno di Nerone, quando venivano imbrattati di combustibile e incendiati come torce viventi. Con lo stesso spirito, sebbene non alla piena perfezione del suo modello, Du Chaila ordinava che lana imbevuta d'olio fosse legata intorno alle mani dei protestanti che riusciva a catturare, e che venissero bruciati fino a consumarne le dita. Alla fine, un gruppo di insorti sorprese a Pont de Montvert la casa di questo feroce prete, che si barricò nelle camere superiori mentre i sotterranei Le porte sottostanti si spalancarono e alcune delle sue vittime mutilate furono viste uscirne. A questa vista, la folla eccitata ammassò la legna e la accese intorno alla casa, e sembra che Du Chaila stesso sia morto tra le fiamme, come una giusta punizione della Provvidenza.
La torre dell'orologio del Pont de Montvert sorge proprio accanto a un ponte in pietra del XVII secolo che attraversa il fiume Tarn , nel cuore del villaggio. La torre fungeva da prigione prima di essere distrutta dall'alluvione del 1827. Nel 1832, la torre fu restaurata e vi fu installato un orologio. Nel 2014, gli studenti della scuola Leonardo da Vinci di Marsiglia hanno restaurato meticolosamente l' antico meccanismo dell'orologio . Ancora oggi, gli abitanti vivono al ritmo dei rintocchi della torre dell'orologio !

V giorno: Florac-Trois-Rivières – Castelbouc - Sainte Enime – Saint-Chely-du-Tarn
Ci spostiamo subito a Florac, il centro principale all’inizio delle Gorges du Tarn, con la Maison du Tourisme et du Parc national des Cévennes e alcuni posti camper dedicati nel P vicino (44.3266, 3.5964), comodo per la visita del paese che, come suggerisce il nome, è attraversato da 3 fiumi.
Offre scorci piacevoli, ma non è una tappa imperdibile.
Proseguiamo per Castelbouc, dove ci fermiamo lungo la strada a Le Villaret, da dove parte un sentiero che scende al paese, ma si può anche prendere la deviazione e parcheggiare (solo di giorno) appena prima del semplice, ma piacevole campeggio sul fiume, a poche centinaia di metri da Castelbouc, pittorescamente inserito in un bel contesto ambientale sul fiume (possibilità di bagno su ampia spiaggia di ghiaia). Sicuramente da inserire in un viaggio nelle Gole del Tarn.
Sito imponente e monumentale, il castello e il villaggio di Castelbouc sono un invito alla contemplazione. Il castello è arroccato su un piedistallo e domina il villaggio scolpito nella roccia calcarea.
La leggenda narra che nel 1095, quando tutti i signori e gli uomini d’arme partirono alla ricerca della Tomba di Cristo in Palestina, il signore rimase nel castello per mantenere la roccaforte che Castelbouc rappresenta. Dopo alcune imprese d’armi, si attirò i favori delle dame del luogo e fece di tutto per soddisfare i loro desideri, tanto che alla fine morì.
Dopo la sua morte, una capra, simbolo di virilità, apparve sopra il castello e poi si allontanò verso l’orizzonte.
Poco dopo, sulla strada principale, un belvedere permette di godere di una ottima vista sul borgo e sulle gole.
La strada prosegue piacevolmente con tratti panoramici.
A Sainte-Enimie ci fermiamo nel parcheggio gratuito (N 44°21'55.0764” E 3°24'39.204”) solo diurno (tranne nei pochi posti riservati), in riva al fiume.
Il paese è pittorescamente aggrappato alla collina e vanta un piacevole centro storico con pannelli illustrati che descrivono la vita nel medioevo.
Come da tutte le località lungo le gole è possibile effettuare escursioni in canoa.
Poco distante, il villaggio Saint-Chely-duTarn è inserito in un contesto tra i più affascinanti delle gole.
Un parcheggio, non particolarmente ampio, permette di sostare gratuitamente solo di giorno. Una ampia spiaggia di ghiaia permette di bagnarsi mentre nel cielo volano i grifoni.
Da vedere l’ex mulino, ora negozio, dove all’interno si nota ancora il sistema idraulico.
Considerato che all’interno delle gole non è possibile pernottare al di fuori delle aree consentite, ci spostiamo a Caussignac presso l’ Auberge de la Grive che ha un’area sosta camper (44.3133, 3.3774) nel giardino sul retro (leggermente ombreggiato e in lieve pendenza). Per 5 € offre sosta e allaccio elettrico (presa francese) e per altri 5 camper service. Possibilità di piatti d’asporto (non provati). Situato su un altopiano è tranquillo, poco prima, un punto panoramico segnalato offre una bella vista sulle gole.
ATTENZIONE: la strada che scende a La Malene è vietata ai mezzi superiori a 6 metri (strada con tornanti stretti che obbligano a qualche manovra), in alternativa bisogna tornare indietro.

VI giorno: La Malene – Gorges-du-Tarn  – Point Sublime - Meyrueis

Scendiamo lungo la stretta a panoramica strada a La Malene e ci fermiamo nell’ampio e pianeggiante P gratuito (solo diurno) lungo il fiume.
Attraversando il ponte e tenendo la sinistra imbocchiamo il sentiero che in circa 4 km (solo andata) porta al pittoresco borgo di Hauterives, accessibile solo a piedi o via fiume. Il percorso è semplice e con poco dislivello, concentrato in un unico tratto con sentiero un po' scivoloso e sconnesso. Per lunghi tratti in ombra, costeggia il fiume con scorci panoramici.
La Malene vanta un piccolo, ma grazioso e ben tenuto centro storico. Situato nel cuore delle Gole del Tarn, il villaggio ha vissuto momenti difficili durante la Rivoluzione francese quando i rivoluzionari misero a ferro e fuoco il villaggio fedele al Re.. Le rocce portano ancora i segni degli incendi che hanno devastato il villaggio.
I principali siti e monumenti del villaggio sono: il Manoir de la Malène del XV secolo (Luigi XII ordinò di radere al suolo le fortezze ribelli, ma grazie ai servizi di un signore di Gévaudan, il castello fu risparmiato. Da allora è stato trasformato in un hotel ristorante). Si trovano anche la chiesa romanica di Saint-Jean-Baptiste, del XII secolo, classificata come monumento storico dal 1928, e le rovine di Castel Merlet, il più antico castello conosciuto in Francia.
Riprendiamo la strada lungo le gole fermandoci in più parti ad ammirare il paesaggio. In località Les Baumes Basses (circa 12 km da La Malene, P) un sentiero, non segnalato, sale al panoramico Point Sublime (circa 500 m di dislivello e sentiero alpino, non provato). Una breve passeggiata porta alla partenza di alcune delle vie di arrampicata e prosegue ai piedi delle falesie portando ad un gruppo di case troglodite ( in parte restaurate) aggrappate alla falesia con i grifoni che volano sopra le nostre teste.
Ripresa la strada saliamo al Point Sublime spettacolare punto panoramico sulle gole (P gratuito solo diurno).
Per la notte ci spostiamo a Meyrueis nell’area di sosta comunale gratuita. Lungo la strada la Maison de Vautours ( ingresso a pagamento) illustra la vita dei Grifoni.
Breve giro nel piacevole e fresco paesino, luogo di villeggiatura lungo le Gorges de la Jonte.
Buona cena in uno dei tanti ristorantini nel centro.


VII giorno: Le Rozier – Peyreleau - Peyre
Torniamo a Le Rozier e parcheggiamo nell’ampio P sterrato gratuito 44.1917, 3.2073 (divieto sosta notturna) e saliamo lungo una strada sterrata e sentiero alla Rocher de Capluc, autentico nido d’aquila con vista panoramica sulla confluenza delle Gorges du Tarn e le Gorges de la Jonte.
Fino alla base della roccia il sentiero è agevole e fattibile da tutti, nonostante un piccolo tratto attrezzato con corda, giungendo ad un pianoro panoramico.
L’ultimo tratto è riservato a chi ha esperienza di vie ferrate e non soffre di vertigini.
Comprende alcune scale e tratti attrezzati esposti, ma il panorama ripaga.
Proseguendo su sentiero ben segnalato si costeggiano le Gorges de la Jonte e, senza grossi dislivelli, si giunge al cosiddetto vaso cinese, spettacolare torrione di pietra. L’escursione ( meno di 2 ore da La Roziere ), è assolutamente consigliabile per i panorami e i grifoni che volteggiano sopra di noi e si fermano sulle roccia sovrastanti.
Più complicato percorrere un itinerario ad anello, i sentieri non sono sempre ben segnalati o agevoli e le tracce a volte scompaiono , per cui il consiglio è di tornare dalla stessa strada.
Nel ritorno passiamo da Peyreleau, piacevole villaggio situato di fronte a Le Rozier, mentre per la notte ci spostiamo a Peyre nel parcheggio (44.0882, 2.9952) gratuito di notte ma, a pagamento (4€) di giorno, ombreggiato, servizi igienici, a poche centinaia di metri dal villaggio. Di sera c’era un rimorchio che faceva ottime pizze.


VII giorno: Peyre - Site des canalettes
Peyre fa parte, a pieno titolo, dei villaggi più belli di Francia, con le sue case di pietra ocra addossate alla parete rocciosa e la vecchia chiesa scavata nella roccia.
Situato su un ansa del fiume Tarn, il paesaggio è dominato dal moderno Viadotto di Millau. Da quando è entrato in servizio nel 2004, il viadotto di Millau è entrato nel libro dei record. La piattaforma, che culmina a 270 metri al di sopra del Tarn, è il ponte veicolare più alto al mondo (2.460 m), il cui pilone più alto si trova a 145m di altezza.
Un’opera titanica senza dubbio, ma anche un concentrato di alta tecnologia propria al mondo dei lavori pubblici: cassaforme autorampanti, cementi ad alta resistenza e materiali innovativi hanno concorso al successo dell’opera concepita dall’architetto britannico Norman Foster e dall’ingegnere francese Michel Virlogeux.
Fin dal primo sguardo, il ponte sembra sospeso in aria, come se sfidasse la gravità. E il merito è anche dei materiali di fabbricazione: acciaio e cemento conferiscono al viadotto una struttura fine e resistente con solo 7 punti d’appoggio per tutta la lunghezza dell’opera e 1.500 tonnellate di cavi sotto tensione che coprono la superficie dell’opera.
Oltre. a vederlo da lontano, la strada ci passa sotto più volte. E’ indicato anche un centro visite del viadotto, da noi non visitato.
Lungo la strada ci fermiamo per pranzo all’area di sosta di Roquefort-sur-Soulzon (43.9812, 2.9815 gratuita, lievemente pendente e panoramica. Paese del noto formaggio Roquefort.
Proseguiamo fino al naturalistico Site des Canalettes dove sostiamo nel P gratuito e in gran parte pianeggiante, prevede un percorso circolare di circa 7 km in cui si vedono formazioni rocciose e un paio di canyon che si restringono fino a bloccare il passaggio.
Calcolare una mezza giornata, non ci sono difficoltà particolari e il luogo è piacevole e in ombra per buona parte del tracciato. Verso sera, nei canyon fa fresco. Pernottiamo con un altro equipaggio nel P, tranquillissimo.

VIII giorno: La Cavalerie - Sainte-Eulalie-de-Cernion - Cirque de Navacelles – La Couvertoide
Ci troviamo sul Larzac, un vasto altopiano calcareo delimitato da profonde gole. Nel XII secolo i Templari si impossessarono del Larzac a seguito di varie donazioni di territori per il loro ordine e i cui ricavi venivano destinati al mantenimento dei cavalieri in Terra Santa e per garantire la sicurezza degli abitanti della zona, furono create alcune commende. Nel XIV secolo i possedimenti dei Templari, a seguito dello scioglimento dell'ordine, vennero attribuiti all'ordine degli Ospedalieri che fortificarono ulteriormente le città. Le cittadine rimasero sotto il controllo degli ospedalieri per quasi cinque secoli, presentano ancora la struttura urbana medievale .
La prima tappa è La Cavalerie che offre un’area di sosta (44.0088, 3.1523 ) a 14 € al giorno, o, di fronte, un ampio P gratuito per la visita in giornata. Circondato da mura e torri, il paese ha mantenuto l’impianto medioevale ed è piacevole da visitare, così come Sainte–Eulalie–de Cernon, dove  anche qui, c'è n un P diurno gratuito (43.9834, 3.1372) o un’area sosta camper vicino, a pagamento.
Anche questo paese, che fa parte dei villaggi più belli di Francia, merita assolutamente una sosta, con la sua cerchia di mura e un’ombrosa piazza centrale.
Nel pomeriggio ci trasferiamo al Cirque de Navacelles, P Maison du Grand Site of the Circus of Navacelles, gratuito e solo diurno. Dal P si gode di una visita magnifica sul luogo.
Unico in Europa, questo canyon profondo 300 m è il risultato del crollo degli altipiani calcarei e dell'abbandono di un meandro del Vis.
Il Cirque de Navacelle è un capolavoro geologico a cavallo tra il Parc Naturel Régional des Grands Causses e il Parc National des Cévennes. Qui, il fiume Vis ha pazientemente scavato un canyon lungo 17 km e profondo 300 metri, insinuandosi tra le rocce calcaree dell’altopiano carsico.
La verde e fertile vallata al centro del canyon, al centro della quale svetta il solitario Rocher de la Vierge, era già abitata nella preistoria, come testimoniato dai diversi dolmen e menhir che si trovano nella zona. Nel Medioevo, vide invece la nascita di un insediamento più stabile, con il borgo, i mulini ad acqua, i muretti di cinta e gli ordinati pascoli.
Da qui è possibile scendere in 3 modi:
1 – in camper
2 – navetta gratuita ogni 30 minuti fino alle 18
3 – a piedi lungo un sentiero escursionistico panoramico ( a/r circa 6 km e 300 metri di dislivello).
Scegliamo quest’ultima opzione godendoci il panorama.
In fondo il piccolo borgo offre la possibilità di ristoro e di alloggio e di bagnarsi nel fiume o sotto le cascate.
Per la notte ci trasferiamo al P a pagamento ( 5 € indipendentemente dal mezzo e dal tempo, si paga l’uscita) di La Couvertoide.

IX GIORNO: LA COUVERTOIDE – SAINT JEAN D’ALCA – AMBIALET -
ALBI

La Couvertoide
villaggio medioevale molto ben conservato ( e turistico), salire fino al mulino da cui si gode una bella vista.

Due ordini militari e religiosi delle Crociate costruirono questa città. Questi sono l'Ordine del Tempio (i Templari) e l'Ordine dell'Ospedale o Cavalieri dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (gli Ospitalieri). Dopo la dissoluzione dell'ordine dei Cavalieri Templari, il Papa attribuisce il castello agli Ospitalieri. Costruiranno la chiesa e i bastioni, ancora intatti oggi.
Saint Jean d’Alca
è un piccolo borgo medievale costruito attorno a una fortezza templare cinta da mura risalente al XV secolo. Il cuore del borgo è in realtà un micro-villaggio all'interno delle mura della fortezza cistercense. E’ uno dei cinque villaggi templari dei Grands Causses .
Poco conosciuto e battuto dal turismo, conserva una cinta muraria intatta.
L’area di sosta segnalata è in realtà un P in pendenza, ottimo per la visita, meno per passarci la notte.
Lasciamo la zona dei Grands Causses e i suoi villaggi templari e riprendiamo il Tarn, ormai diventato un fiume importante, ad
Ambialet
Parcheggiamo subito dopo la breve galleria ( altro parcheggio gratuito lungo il fiume svoltando a dx per poche centinaia di metri)
Siamo nel cuore della misteriosa penisola di Ambialet , circondata da un meandro del Tarn lungo 3 km e dominata da un antico priorato arroccato sulla sua cresta di scisto
E’ l' istmo più stretto d'Europa ! Appena dieci metri separano le due rive del Tarn all'altezza della centrale idroelettrica EDF
Proseguendo lungo la strada in direzione opposta al paese si prende, sulla sinistra, un sentiero panoramico che porta ( in circa 40 minuti) ad un punto panoramico sull’istmo e sulla penisola. Il sentiero è ripido, ma il panorama vale la fatica.
All’altezza della centrale, una passarella carrozzabile permette di attraversare il fiume sotto la diga.
Notre dame de l’Auder
Sulla cima della penisola, questa cappella romanica dell'XI secolo, offre una bella vista.
Nella cappella si trova la statua lignea policroma della Vergine Maria dell'Oder, risalente al XVII secolo.
Costruito nella seconda metà dell'XI secolo, servito fino alle guerre di religione dai monaci benedettini del priorato, rimase, dopo queste guerre, praticamente abbandonato fino alla metà del XVII secolo. In quel periodo fu oggetto di importanti lavori di riparazione. La statua della Vergine, chiaramente in stile “Luigi XV”, sembra risalire a questo periodo di restauro. Un documento del 1057 sembra provare che intorno all'VIII secolo si dovette costruire un piccolo santuario per consentire ai soldati, che tenevano la guarnigione sul monte, roccaforte di rifugio, di avere il necessario aiuto spirituale. Frotaire, vescovo di Nîmes, lo donò ai benedettini di Saint-Victor di Marsiglia. Fu quindi sulle fondamenta dell'edificio precedente che venne edificata l'attuale chiesa.
A partire dal 1802 la chiesa, sopravvissuta alla Rivoluzione senza troppi danni, ritrovò la sua Vergine, nascosta in una fattoria vicina.
Sul sentiero che conduce alla chiesa si trova lo straordinario albero dell'Oder che, secondo la leggenda, fu portato dalla Terra Santa da un crociato.
Dal 1860 al 1865 la facciata della chiesa venne rifatta e l'attuale campanile sostituì un'alta torre merlata. A partire dal 1866 vennero costruite la scalinata e la terrazza.
Per tornare si può seguire la strada asfaltata tagliando alcuni tratti su sentiero, e completando il giro della penisola ( circa 3 km )
Per la notte ci trasferiamo all’area di sosta gratuita ( 43.9334, 2.1360 ) di
Albi


X GIORNO: ALBI
Albi è una città d’arte che merita una visita senza fretta.
Tra le cose da non mancare segnalo la
Collegiale di Saint-Salvy, bella chiesa del XI secolo con il suo splendido Chiostro del 1270  con al centro un giardino che nel medioevo era destinato alla coltivazione di erbe aromatiche e medicinali. In origine era contornato da portici su tre lati, ma anche qua la Rivoluzione Francese ha portato i suoi danni e rimane solo un lato splendidamente colonnato.
Cattedrale di Santa Cecilia
L’ngresso alla chiesa è gratuito, ma vale la pena fare il biglietto e vedere anche la parte del coro e la sala del tesoro con l’ausilio dell’audioguida in italiano compreso nel prezzo
Lunga 113 m e larga 35, è la basilica in mattoni più grande del mondo.
Costruita fra il 1282 ed il 1380, è stata consacrata solo un secolo più tardi, ossia nel 1480.
Il Giudizio Universale, una serie di affreschi color blu cobalto che ne caratterizzano le volte, nella parte opposta al coro, risalgono alla fine del XV secolo, mentre il grande organo risale alla prima metà del XVIII secolo.
Non solo è la chiesa più grande in mattoni al mondo ma anche la più grande cattedrale dipinta in Europa. E’ ricoperta di 18.500 mq di affreschi e decorazioni che ne fanno una Bibbia illustrata, dipinta da artisti rinascimentali di scuola bolognese tra il 1509 e il 1512.
Le volte dipinte di uno splendido blu e oro fanno da sfondo alle incantevoli decorazioni che rappresentano santi e profeti, intervallati da motivi geometrici, tromp l’oeil e figure animali. Si estendono per circa 100 metri di lunghezza e 20 metri di larghezza. Un meraviglioso jubé di pietra finemente intagliata, tanto che sembra un pizzo, separa la cattedrale in due. Da una parte la navata e dall’altra il coro.
In fondo alla navata possiamo scorgere il grande organo del XVIII secolo, e sotto di esso un’altra opera d’arte impressionante:il Giudizio Universale di fine XV secolo.
In 200 mq di esposizione sono rappresentati il cielo, la terra e l’Inferno suddivisi su più livelli. Manca la parte centrale in cui si trovava la rappresentazione di Dio che presenziava al Giudizio Universale. Fu abbattuta per ricavarne la Cappella.
Interessante anche la Sala del Tesoro che espone oggetti preziosi appartenuti al Capitolo dal XIV al XIX secolo.
Palais de la Berbies
è il Palazzo dei Vescovi di Albi costruito nel XIII secolo e qui si trovava il tribunale dell’Inquisizione.
La sua struttura fortificata a presidio del fiume Tarn, dimostra l’importanza dei Vescovi nella gestione del potere della città.
Da fortezza dei Vescovi il palazzo divenne poi residenza di piacere. Il cortile della guarnigione venne trasformato alla fine del XVII secolo in un meraviglioso giardino alla francese che offre da una parte una incantevole vista sul fiume Tarn, il Ponte vecchio, gli antichi mulini e i quartieri sulle sue rive e dall’altra parte l’imponente mole della cattedrale.
Ospita il Museè Toulouse – Lautrec che espone oltre mille opere dell’artista nella sua città natale. Sono i dipinti della sua giovinezza che rappresentano la famiglia, gli amici e soprattutto il regno animale. Ma anche l’universo Parigino con le case chiuse, il mondo dello spettacolo e del teatro, le serigrafie legate alla reclame (famosa quella de Le Moulin Rouge) seguendo l’evoluzione dell’artista fino alla sua morte prematura.
Sicuramente interessante offre un’ampia panoramica sul percorso artistico di Toulouse-Lautrec.
L’Albi city pass costa 15 € e comprende la visita alla cattedrale e al museo, ed è lo stesso costo dei singoli biglietti.
Pont Vieux
Era un ponte fortificato, presidiato da torri ora scomparse, e per attraversarlo occorreva pagare un pedaggio. Albi infatti era un crocevia commerciale molto importante per la sua posizione strategica sulle rotte tra Oceano e Mediterraneo.
Inoltre il Tarn era un fiume navigabile. Venivano utilizzate imbarcazioni chiamate “gabarres” e nei pressi del ponte in epoca medievale esisteva anche un porto.


Belvedere Pont Vieux
Oltrepassato il ponte, sulla destra si apre una terrazza con bella vista sul ponte, sulla cattedrale e sulla città e il fiume. Al nostro passaggio c’erano installati una serie di pannelli esplicativi della storia del ponte a fumetti ben fatti. E’ inoltre presente un “cannocchiale” che illustra la storia del ponte con testi e immagini molto coinvolgente, anche per i bambini.
Pernottamento all’area di sosta di Albi
XI GIORNO: CORDES SUR CIEL - PUYCELSI – CAHORS
Cordes sur ciel
Piccolo paese medioevale ben tenuto che, come indica il nome, si trova su una collina con ampia vista.
Dispone di un’area attrezzata al costo di 8€ per 24h, ma fermandoci solo per una visita sostiamo, gratuitamente, in rue des Agudes, a 800 metri dal centro storico.
Il villaggio è molto ben tenuto e piacevole con diverse cinte murarie, in parte ancora visibili.
Puycelsi
Un P buono anche per la notte, ci accoglie all’ingresso del paese.
Situato in posizione panoramica e cinto da mura conserva un centro ben tenuto e meritevole di una sosta.
Ci trasferiamo a
Cahors
troviamo posto nella piccola AA lungo il fiume ( N 44°26’24.7236” E 1°26’28.032” ), in alternativa la sosta camper è permessa anche in un P vicino.
La cittadina merita una visita . Tra le cose da vedere ricordo:
La Fontana Certosina
La fontana di Chartreux è una risorgiva calcarea, anticamente luogo di culto della dea Divona, dea delle acque di origine celtica, che diede il nome a Cahors (Divona Cadurcorum).
Il ritrovamento di numerose monete romane nel 1989 testimonia il culto tributato alla fonte nel I secolo a.C. e nel I secolo d.C.
Nel Medioevo un mulino utilizzava le acque della fontana, poi nel 1360 fu ceduto al convento dei Certosini, da cui il nome attuale.Questa fonte rifornisce ancora d'acqua Cahors.
Pont Valentrè
Con le sue tre torri a sostegno della struttura, i parapetti merlati e gli avambecchi appuntiti il Pont Valentrè è uno dei ponti medievali più belli e meglio conservati di Francia.
 Questo ponte del XIV secolo, noto anche come il Ponte del Diavolo, è una testimonianza dell'ingegnosità architettonica e delle strategie difensive del Medioevo. Con le sue tre torri fortificate e sei archi a sesto acuto, il Pont Valentré è un simbolo orgoglioso della ricca storia e del patrimonio culturale di Cahors.
Il Pont Valentré fu concepito durante i turbolenti tempi delle guerre franco-inglesi. La costruzione iniziò nel 1308, a seguito di una decisione dei consoli di Cahors nel 1306 di costruire un ponte fortificato per proteggere la città dagli attacchi del sud. Nonostante il suo design formidabile, il ponte non subì mai un assalto dagli inglesi o da Enrico IV. La sua costruzione durò ben 70 anni, completandosi infine nel 1378. Il nome Valentré è avvolto nel mistero. Alcuni credono che derivi dalla parola balandra, che significa salamandra, una creatura associata al Diavolo e presumibilmente raffigurata sul ponte. Altri suggeriscono che si riferisca a una barca a fondo piatto usata per trasportare merci e persone prima della costruzione del ponte.
La costruzione del Pont Valentré segnò un cambiamento significativo nel panorama commerciale di Cahors, creando una nuova rotta commerciale est-ovest che trasformò l'economia della città. Una cappella dedicata alla Vergine Maria sorgeva una volta alla porta occidentale, offrendo protezione spirituale al ponte e ai suoi viaggiatori. L'aspetto originale del ponte fu alterato durante i lavori di restauro del 1879, ma rimane una struttura iconica, riconosciuta come monumento storico dal 1840 e patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 1998 come parte dei Cammini di Santiago de Compostela in Francia.
Estendendosi per 138 metri con una forma arcuata, il Pont Valentré presenta sei grandi archi gotici, ciascuno di 16,5 metri di apertura. Questi archi sono rinforzati con tagliapietre appuntite, progettate per rompere il flusso di acqua e ghiaccio. Il ponte è coronato da tre imponenti torri quadrate, ciascuna alta 40 metri sopra il fiume. Queste torri sono dotate di merlature e caditoie, caratteristiche difensive classiche che permettevano ai difensori di lanciare proiettili sugli attaccanti sottostanti. Originariamente, due barbacani proteggevano gli ingressi del ponte, ma solo quello orientale, più vicino alla città, rimane intatto oggi.
Non manca ovviamente una leggenda che coinvolge il diavolo:
Erano più di cinquant’anni che i lavori per il nuovo ponte languivano. Un problema dopo l’altro e la costruzione sembrava non dover finire mai.
L’ultimo architetto nominato dal consiglio cittadino era un tipo particolarmente ambizioso e non aveva per niente voglia di vedere il suo nome aggiungersi alla lista di tutti quelli che avevano rinunciato (o peggio, erano stati licenziati) al progetto.
Così una notte fece un patto con il Diavolo. Gli promise la sua anima, in cambio il demonio avrebbe dovuto obbedire a tutti i suoi ordini fino al completamento dell’opera.
Ma giunto praticamente al termine dei lavori, l’architetto iniziò a pentirsi. Così escogitò un piano per liberarsi. Chiese al diavolo di portare da bere ai suoi muratori e di farlo utilizzando un setaccio. Il Diavolo, convinto di riuscire in tutto, provò e riprovò fin quando si rese conto di essere stato ingannato. Ma ormai il patto era sciolto e l’anima dell’architetto era libera.
Tuttavia il demonio non si arrese così facilmente e, non potendo portare a casa l’ambito bottino, si vendicò come fanno tutti i diavoletti, ovvero facendo dei dispetti.
Per varie volte si tentò di inaugurare il ponte ma ogni notte precedente al gran giorno qualcuno faceva sparire una pietra alla base della costruzione. Fin quando l’astuto architetto, che aveva compreso il problema, ebbe un’idea. Fece decorare una pietra con l’effigie del Diavolo e la pose al posto della pietra mancante.
Da quella sera il demonio, soddisfatto di vedere il suo lavoro in qualche modo riconosciuto, smise di fare dispetti e non si ripresentò mai più a Cahors.
Ancora oggi su questa magnifica opera di architettura medievale militare c’è una scultura in rilievo che rappresenta un diavoletto, proprio sulla torre centrale, chiamata proprio la Tour du Diable.


Arc de Diane
L'Arco di Diana è la principale vestigia delle terme romane di Divona Cadurcorum, la città gallo-romana divenuta poi Cahors
Barbacane
Questa fortificazione avanzata fungeva da accesso alla città.
Infatti, durante la Guerra dei Cent'anni contro gli inglesi, gli abitanti di Cahors dovettero costruire un nuovo bastione a nord (il Barbacane), per proteggere le numerose case e monasteri.
Tour du Pape Jean
La torre Jean XXII è l'unica traccia del palazzo abitato da Pierre Duèze, fratello di papa Giovanni XXII, originario di Cahors.
Jacques Duèze, nato nel 1244 a Cahors, proveniva da una famiglia della ricca borghesia di Cahors. Fu eletto papa nel 1316, con il nome di Giovanni XXII. Alta 34 metri, la torre è forata da 5 piani di finestre gemelle.
Chatedrale S. Etienne
Inserita nel patrimonio mondiale dell'UNESCO sull'Itinerario di Saint-Jacques-de-Compostelle, la cattedrale di Saint-Étienne suscita interesse con le sue cupole caratteristiche dell'arte romanica del sud-ovest della Francia, la sua Sainte Coiffe - Reliquie della Sindone di Cristo - e il suo chiostro.
Con i suoi 900 anni, funge anche da cornice maestosa al tradizionale mercato settimanale del mercoledì e del sabato mattina, che riunisce i produttori locali di frutta e verdura del Quercy, formaggio di capra e altre prelibatezze.
Quanto al mercato coperto del XIX secolo, nelle vicinanze, offre uno spettacolo permanente della gastronomia del Lotois.
Il chiostro della cattedrale di Saint-Étienne de Cahors è un vero capolavoro dell'arte gotica fiammeggiante. Fu costruito tra il 1493 e il 1553 dal vescovo Antoine de Luzech. Per accedervi, quando sei nella cattedrale, devi prendere una porta a destra del coro.
Tutt'intorno al chiostro si trovano gli edifici appartenenti al capitolo. La cappella Saint-Gausbert, con i suoi dipinti eseguiti alla fine del XV secolo, ospita il tesoro della cattedrale dal 1972
Horloge Monumentale à Billes
(un orologio senza energia, senza carica..)
Questo monumentale orologio a sfera può essere osservato per molti minuti prima di comprenderne il funzionamento.
Progettato da Michel Zachariou, ha richiesto due anni di lavoro ed è stato donato alla città di Cahors nel 1997.
In totale ci sono 54 palline da flipper da 80 grammi ciascuna che fanno ticchettare l'orologio.Secondo il suo progettista, può durare per sempre finché se ne prende cura.
Mont Saint Cyr
Piazzale panoramico raggiungibile in camper, ma a causa del maltempo e nubi basse non siamo andati


XII GIORNO: BOUZIES – SAINT-CIRQ-LAPOPIE – ROCAMADOUR
Bouzies
piccolo borgo adagiato sul fiume Lot in un contesto di grande bellezza naturalistica. Offre una bella AA vicino al fiume al costo di 7 € al giorno ( 44.4824, 1.6452 ), o, in alternativa, se si visita solo il luogo, un P gratuito poco più avanti ( 44.4816, 1.6408 ).
Una bella passeggiata lungo il fiume Lot , di cui un tratto scavato nella roccia, porta, in 4,5 km al borgo medievale di
Saint Cirq Lapopie
inserito nei borghi più belli di Francia merita una visita sia per la posizione a picco sul fiume, sia per il ben conservato centro storico. E’ raggiungibile anche in camper, ma la passeggiata vale la pena.
Ci spostiamo a
Rocamadour
Per la notte ci sistemiamo in un P privato a 8€ al giorno (44.8035, 1.6203 ). L’accesso è su una strada stretta a senso unico ( non fatevi scoraggiare) e vietata ai mezzi superiori alle 3,5 t. Ombreggiato, e in ottima posizione per la visita accanto ad una passeggiata panoramica.
XIII GIORNO: ROCAMADOUR - CARRENAC - CUREMONTE
Rocamadour colpisce sia per la sua posizione aggrappata alla falesia, sia per il suo tessuto urbano.
Le chiese e le cappelle sono state costruite in alto per mostrare tutta la loro grandezza ai pellegrini. Già nel medioevo, Rocamadour suscitava ammirazione e venerazione. Nel XII° secolo, i pellegrini viaggiavano da tutta Europa per venire a pregare in questo luogo sacro. Il villaggio infatti custodiva le reliquie di Saint-Amadour e il santuario della Madonna Nera
Chapelle Notre-Dame de Rocamadour

Distrutta durante le Guerre di Religione e poi durante la Rivoluzione, la Cappella di Notre-Dame è stata ristrutturata nel XIX secolo. Famosa in tutto il mondo, i pellegrini vi si accalcano per poter ammirare la campana del IX secolo ma soprattutto la sua famosa Madonna Nera, una piccola sagoma in legno nero risalente al XII secolo, dall’aura impressionante.

Basilique Saint Sauveur

La Chiesa di Saint-Amadour si trova sotto la Basilica di Saint-Sauveur. Sorprendente e originale, è un vero capolavoro che mescola perfettamente l’arte romanica e gotica. Qui viene custodita la reliquia di Sant’Amadour, il cui corpo fu trovato intatto nel 1166 durante una sepoltura. La basilica, invece, è in stile romanico-ogivale e al suo interno si può ammirare un magnifico Cristo in legno policromo risalente al XVI secolo.
Nei pressi alzate lo sguardo e cercate la spada nella roccia.

A circa un km dal P si trova la
Grotte des Merveilles
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA allo 07 88 26 84 78
chiusa venerdì, 2 orari la mattina e 3 al pomeriggio, 8,50 €
La grotta , piccola la parte visitabile, mostra sia belle concrezioni, sia alcune pitture rupestri. Le pitture in realtà non sono granchè, ma grazie alle spiegazioni della guida ( in francese) si apprendono molte informazioni e si osservano particolari interessanti.
Ma soprattutto, rispetto alle grotte simili più famose, queste sono originali, mentre le altre sono fedeli ricostruzioni per conservare gli originali.
Tutto sommato una visita che vale la pena fare

Carrenac
Parcheggiamo gratuitamente nel parcheggio P2 in località Les Combes.
Il centro storico è raccolto, ma offre molti spunti interessanti

Curemonte
Parcheggiamo e pernottiamo nell’unico posto autorizzato ( 45.0034, 1.7387 ) al costo di 4€, in posizione panoramica.
Breve giro nel piacevole paese.

XIV GIORNO: MARTEL - COLLONGES LA ROUGE – MEYSSAC - TURENNE

Martel

Offre un’Area attrezzata a pagamento oppure un P autorizzato gratuito ( 44.9389, 1.6072 )
Piacevole, ma niente di eccezionale il centro storico. Può comunque valere una breve sosta

Meyssac e Collonges la Rouge

Parcheggiamo gratuitamente ( 45.0565, 1.6708 ) a Meyssac, non molti posti, specie per i mezzi più grandi, a 20 minuti di piacevole passeggiata da Collonges la Rouge.
In alternativa AA nel secondo e più turistico villaggio ( 45.0582, 1.6591 ) 12 € al giorno, CS gratuito.
Meyssac ha un piccolo, ma piacevole centro con costruzioni in mattoni rossi come la più nota e turistica Collonges la Rouge.
Molto turistica, ma anche originale con gli edifici in mattoni rossi che creano un ambiente originale. Sicuramente da non mancare.

Turenne
ci accoglie arroccata su una collina con cielo dai toni chiaro scuri di nuvole temporalesche al tramonto.
Parcheggiamo e pernottiamo in un piccolo parcheggio sterrato ai bordi del villaggio con vista panoramica sul centro abitato.
Piacevole la visita, ma preparatevi a ripide salite e discese.

VX GIORNO: SAINT ARMAND DE COLY - TERRASON

Il nostro ultimo giorno di vacanza ci porta a lambire la zona del Perigord.
Saint Armand de Coly
P gratuito, e buono anche per notte, all’ingresso del piccolo borgo.
Costruita intorno alla sua chiesa fortificata, il piccolo borgo è caratterizzato da costruzioni color ocra.
Considerata la più bella chiesa fortificata di Dordogna, l'abbazia di Saint-Amand-de-Coly risale al XII secolo. Ricostruita in gran parte nel XIX e XX secolo, la chiesa sorge sui resti dell'abbazia. Si può apprezzare l'integrazione di elementi gotici in questo stile romano e le pareti circostanti.
Terrason
Parcheggiamo nell’ampio e gratuito P sul fiume.
Salendo al centro storico il panorama si amplia godendo di una bella vista sul fiume e sull’abitato.
In un negozietto che sembra uscito da una macchina del tempo assaggiamo la limonata più vecchia di Francia, ancora prodotta con la ricetta originale.
Cominciamo il viaggio di ritorno via Moncenisio.


CONSIDERAZIONI FINALI
Ancora una volta la Francia ci ha accolti con la sua ospitalità e le sue bellezze.
Escludendo la Camargue, Rocamadour, e, in minor misura, Collonges la Rouge, abbiamo visitato zone poco frequentate dai nostri connazionali, ma di grande interesse.
Il pellegrinaggio dei gitani, ogni anno il 24 e 25 maggio a Saintes Maries de la Mer va vista almeno una volta per i colori, i suoni e l’atmosfera mistica e festosa del popolo rom.
Se non si è già visitata, la Camargue vale una visita più approfondita a piedi o in bicicletta. E sicuramente Aigues Mortes con le sue saline rosa rientrano visite obbligatorie.
La Bambouseraie ci immerge in un mondo lontano e affascinante.
Le Gorges du Tarn uniscono bellezze naturali e umane
I villaggi occitani ci riportano nel medioevo, ognuno con caratteristiche proprie
In conclusione un viaggio affascinante che ci ha fatto scoprire realtà e paesaggi diversi tra loro, e, alcuni, originali.
Il tutto nella nota ospitalità francese per i camper.